Toccare la santità di San Giovanni Paolo II

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Pubblichiamo di seguito l'estratto dell'intervista rilasciata da don Robert Skrzypczak (teologo dogmatico e sacerdote della diocesi di Varsavia), autore con Arturo Mari (fotografo personale di san Giovanni Paolo II che lo accompagnò in molti viaggi e visite) del capolavoro Toccare la santità: il  cammino umano e spirituale di Giovanni Paolo II. Un libro consigliato dalla storica Angela Pellicciari che annota: "Il tempo passa e porta via anche le cose belle. Eppure quando si parla di Wojtyla, quando si racconta qualcosa di lui, la memoria, la gratitudine e la commozione tornano in fretta. Un libro attento a tutte le tappe della vita del papa santo, a partire da quelle che lo vedono vescovo, vescovo al concilio, vescovo quasi sconosciuto poi stimato e apprezzato relatore all’assemblea, quindi papa. E papa globetrotter, sempre immerso nella preghiera, con la vita minacciata ogni minuto, senza un attimo da dedicare a sé".

Don Robert, perchè quel titolo?

”Perchè la santità di Giovanni Paolo II è evidente, è stata  chiara. Questa è la tappa finale del suo cammino. Possiamo dire che egli sia stato sempre icona di Dio.  Ha saputo mettere al  centro di tutto l’ importanza della persona umana, la sua sacralità e quella della vita. Ha difeso sempre e con energia, i principi non negoziabili”.

Chi è stato Giovanni Paolo II?

”Un grande mistico, sapeva pregare, sottomesso solo all’ amore di Cristo e ci ha lasciato  una bomba teologica: la teologia del corpo, aperto  alla vita, un modello sulle orme del Signore.  Ha aperto i cuori della gente, il suo era profumo di santità”.

Giovanni Paolo II era strenuo paladino dei  principi non negoziabili. Accade la stessa cosa oggi  nella Chiesa?

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”A leggere certe affermazioni e alcune dichiarazioni, penso che  sia in atto un tradimento di Giovanni Paolo II, una sorta di pulizia o rimozione. Esiste la  tendenza nella Chiesa ad occuparsi eccessivamente di sociale, economia, ecologia rispetto alla difesa dei valori della morale cattolica e e dei principi non negoziabili. Ritengo che questo dipenda dal fatto che allo stato parte della Chiesa, laici e consacrati, sia dominata, pure a livello di teologi, da idee marxiste. Noi in Polonia abbiamo sofferto l’ateismo marxista e allora capiamo quanto è triste tutto questo. Mi rallegro del fatto, che almeno in Polonia, l’ attuale  governo è figlio del pensiero di Giovanni Paolo II ed erede della sua esperienza di vita. Il primo ministro e il Presidente della mia nazione prendono in pubblico la comunione, mostrano la loro fede non hanno paura di farlo e del giudizio della gente. Non era mai accaduto prima”.

Da teologo che cosa pensa del documento Amoris Laetitia?

“Il documento è una bella e piacevole catechesi sulla famiglia e l’ amore. Ma in particolare il capitolo 8 riesce  discutibile. Io credo che vada letto in continuità con la dottrina precedente e non in distacco, neanche nella prassi. Ossia, in modo coerente e rispettoso di Familiaris Consortio e Veritatis Splendor. Purtroppo, lo stesso capitolo 8,  fa scivolare, almeno a vedere i risultati pratici, nel situazionismo che causa una prassi relativista. Vi è bisogno di un chiarimento. Ogni lettura ed applicazione contrarie alle Verità di fede sono un tradimento  alla Chiesa e a San Giovanni Paolo II”.


Che cosa pensa la Chiesa polacca dell’attuale pontificato?

“Molti parroci non capiscono la linea attuale sui principi non negoziabili, sulla sessualità, il matrimonio ed anche immigrazione. Non sanno dove voglia arrivare. In quanto alla immigrazione, la Polonia sui veri profughi, fa ed ha fatto tutto quello che poteva e doveva. Ma bisogna stare attenti alla invasione islamica del nostro continente favorita non tanto dai meriti dell’ islam, quanto alla fede in Europa molto debole. Dobbiamo difendere e proteggere la nostra identità religiosa e cristiana , le nostre origini “.

Che avrebbe fatto Giovanni Paolo II con l’islam?

”Lui ha sempre cercato e voluto un dialogo franco, leale e corretto. Ma nella Verità e senza paura. Penso che davanti a certi fatti sanguinosi avrebbe chiamatole cose col loro nome. E avrebbe messo in guardia dal rischio del vuoto e del nichilismo in Europa”.
Robert Skrzypczak, Karol Wojtyla al Concilio Vaticano II (Un Karol Wojtyła inedito ma sempre affascinante: per la prima volta in Italia tutta la documentazione integrale dei suoi interventi al Concilio Vaticano II, pubblicata e commentata da un connazionale).

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