«Non t’illudere, o Gabriele, tu non entrerai mai in quel beato soggiorno, finchè vivi attaccato alla setta di Budda!». «Ma perché mai?». «Perché è falsa, né v’ha salute fuori della religione di Cristo». «Eppure i bonzi m’hanno insegnato che tutte le religioni son buone, e che io seguendo quella di Budda, non solo andrò in cielo, ma anzi dopo morte l’anima mia sarà trasformata in un Kamis». «T’hanno ingannato, o Gabriele, t’hanno ingannato, e credilo senza più al tuo Gonzalvo, il quale si espose ad ogni cimento della vita a fine di venirsene in queste terre, a torre (togliere) dalle fauci del demonio tante misere creature» (pp. 6-7).
Questo dialogo esemplare, riportato da Roberto Dal Bosco nella sua importante monografia (cfr. Roberto Dal Bosco, Contro il buddismo. Il volto oscuro di una dottrina arcana, Fede & Cultura, Verona 2012, pp. 160, € 15), è