Riportiamo la lettera aperta di Patrizia Stella al Vescovo di Verona e alla sua compagnia ereticale - della quale però la responsabilità è sua perché è lui l'autorità, quanto meno da un punto di vista formale - che non essendo capace di fare nemmeno una conversione ripiega invece sulla melassa relativista invitando gente di altre religioni a insegnarci quale sia la loro fede. Insomma, un po' come se Mediaset desse spazio televisivo per far pubblicità alla Rai! A questi passi di apostasia conclamata è giunta la Diocesi di Verona. Che non ci si chieda più di non giudicare i nostri pastori! Li vogliamo estromessi con infamia dai posti che occupano indegnamente! Potranno essere perdonati e relegati a posti del tutto marginali solo se si pentiranno e faranno ammenda del male compiuto. Qui non si tratta più della debolezza in stile don Abbondio di un Vescovo e dei suoi più stretti collaboratori, non si tratta solo di una caduta in un peccato momentaneo, che sarebbero perdonabili, ma della diabolica perseveranza nell'errore e nell'induzione dei propri sottomessi all'errore. Tollerare questo abominio, questa viltà, questa collaborazione col Nemico non è atto di carità cristiana ma criminale. Roma deve intervenire, castigare ed estromettere questa gente. Ne abbiamo piene le tasche della falsa carità ecclesiastica che lascia impuniti i cattivi, anzi li premia con posti d'onore e cattedre di docenza, mentre estromette i buoni che si piegano con la debolezza della propria santa obbedienza. Vogliamo un Vescovo e dei preti della tempra di sant'Ambrogio o san Martino, capace di cacciare senza remissione gli eretici, di avere posizioni virili con le autorità civili.
Verona, 17 novembre 2013
Al Rev. Mons. Ezio Falavegna
A S. Ecc.za rev. Mons. Giuseppe
Zenti,
Vescovo di Verona
Ai frati di S. Bernardino e
A tutti i fedeli della diocesi di
Verona
LETTERA
APERTA
FIERI DI
ESSERE CATTOLICI
A nome di molte persone e associazioni
che sono venute a conoscenza del programma “Proposta formativa 2013/14”
organizzata dal Vicariato di Verona Centro in collaborazione coi i frati di S.
Bernardino, mentre ci congratuliamo per l’interessante programma culturale offerto
alla città, non possiamo tacere il nostro disappunto davanti ad una iniziativa
sconcertante che si trova a pag. 28 del libretto dal titolo “Verso il Natale” e
che intende offrire “una serie di
riflessioni sul tema della trasmissione della fede nei mercoledì di Avvento e
Quaresima” con queste parole:
- “Vivere
e condividere la fede. Le fatiche nel dire la fede, nel trasmetterla
ancora, nell’accoglierla ci fanno scoprire quanto abbiamo bisogno di
sentirci discepoli più che maestri, cercatori di risposte e fratelli che
insieme cercano. Il percorso si articola in due momenti: la trasmissione
della fede per l’Avvento e le domande del credere per la Quaresima. Nel tempo di Avvento chiederemo ad una
cristiana, Donatella Abignente, a un ebreo, Amos Luzzato e a una
mussulmana, Shahrzad Housmand, di raccontarci come avviene nelle tre
tradizioni la trasmissione della fede, come si struttura il processo del
credere”.
Ci domandiamo esterrefatti quale “fede”
dovrebbero trasmetterci costoro dal momento che, oltretutto, la loro non è fede
ma piuttosto religiosità? Forse la religiosità di una delle molte chiese
protestanti, visto che la relatrice cristiana non si sa bene a quale