di Giovanni Cavalcoli
L’ormai ben nota tendenza a intendere la celebrazione eucaristica non come espressione del rapporto dell’uomo con Dio, ma come espressione dell’uomo o come manifestazione di Dio non è senza rapporti con una concezione generale della vita cristiana e delle sue radici teoretiche.
In questa liturgia che si è diffusa negli ultimi decenni e che abusivamente si richiama alla riforma del Vaticano II, l’azione personale del celebrante emerge sproporzionatamente rispetto alla sua funzione di mediatore del Sacro, il che lascia