L'uomo invisibile

“ Ero già conscio dei pericoli che avrebbe comportato una nevicata. Non potevo camminare sotto la neve, perché mi si sarebbe accumulata addosso, rivelando la mia presenza. Anche la pioggia, avvolgendomi in un involucro gocciolante, mi avrebbe trasformato in una lucida superficie vagante ”. Questa frase, apparentemente un po’ buffa, cela una profonda inquietudine: l’inquietudine di un uomo che ha perduto, oltre al corpo, la propria identità. Gli agenti atmosferici (pioggia, neve, nebbia) diventano dei potenziali nemici che possono rivelare, paradossalmente, la presenza di un’assenza. L’uomo invisibile di Herbert George Wells (1866-1946) è in realtà un capolavoro drammatico che pone al centro il dilemma della diversità e dell’alienazione umana. Molti sanno della fortuna che arrise al cinema, fin dagli anni ’30, il personaggio popolare dell’Uomo Invisibile mutuato dal romanzo di H.G.Wells, che lo pubblicò nel 1897. Conosciuto come padre della fantascienza, assieme a Jules Verne, Wells s