Sogno infranto


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Napoleone cercò, come generale e legislatore, di unificare l’Europa e restituirle la pace, pur a costo di tante battaglie: un progetto che, se fosse riuscito, avrebbe cambiato l’intera storia di un continente condannato ai moti nazionalisti dell’Ottocento e alle Guerre Mondiali del Novecento. 

Il senso cristiano della storia - NUOVA USCITA!


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C’è un senso alla storia? I fatti hanno un senso e rispondono a un disegno provvidenziale? Se molti pensano che tutto sia frutto del caso o che la storia sia il grande palcoscenico sul quale si realizza l’opera dell’uomo, il cristiano è invece invitato a pensare diversamente. Infatti, tutto quello che accade è la realizzazione di un progetto divino, al cui centro sta l’avvenimento più grande che l'umanità conosca: l’Incarnazione del Verbo, la venuta del Figlio di Dio, il Cristo. La storia si realizza quindi attraverso personaggi che testimoniano le insidie del diavolo (le eresie e le aberrazioni) e la sollecitudine divina (i santi e i miracoli). Compito dello storico cristiano è quello di illuminare i credenti sulla corretta interpretazione senza cedimenti o concessioni, in nome della verità.

Collezione Fulton Sheen


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Quattro autentici capolavori di spiritualità, apologetica e cultura cattolica offerti col 25% di sconto in occasione della beatificazione dell'arcivescovo Fulton J. Sheen. Un grande classico dimenticato reso di nuovo disponibile da Fede & Cultura. Per non perdere la fede nei tempi della confusione.

Pubblicato il Rituale Tradizionale degli esorcismi

 

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di Mons. Gino Oliosi, esorcista
Nel Convegno esorcisti del 2007 Benedetto XVI ha fatto sapere, su richiesta di esorcisti anziani, la possibilità di utilizzare anche il Rituale tradizionale degli esorcismi. Normale il Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari della Conferenza episcopale italiana.
Ritengo utile pubblicare il primo capitolo del Rituale tradizionale degli esorcismi, in italiano pubblicato con il testo latino da Fede& Cultura.

Il Sacerdote, conformemente al particolare e chiaro permesso del Vescovo, che si accinge ad esorcizzare persone afflitte dal demonio, deve essere dedito alla pietà, la prudenza e all’integrità di vita.  Egli, alieno dalla cupidigia verso tutte le cose umane, esegua con carità, costanza e umiltà questa opera tanto pia, senza basarsi sulle sue capacità, ma affidandosi alla potenza divina. Conviene inoltre che egli sia di età matura, e riverito non solo per gli uffici a lui attribuiti, ma soprattutto per l’elevatezza della sua moralità.

2. Quindi affinché adempia rettamente al proprio ufficio, si impegni a studiare molti altri documenti di autori approvati (dalla Chiesa), a lui utili per praticare l’esorcismo; i quali per amor di brevità non sono riportati in questo rituale. Inoltre osserverà diligentemente queste poche, ma necessarie regole.

3. In primo luogo, non creda che sia comune che qualcuno sia posseduto dal demonio, in quanto deve avere quei segni noti, per i quali l’impossessato è distinto da quelli che sono affetti solo da cattivo umore o da altre malattie. I segni che indicano una possessione sono: il parlare o capire lingue a lui ignote con molteplici vocaboli; mostrare di conoscere cose occulte o distanti; dimostrare la forza fisica di uomini di età o condizione superiore rispetto alla sua. Queste cose, insieme a molte altre di questo genere, costituiscono gli indizi più grandi.

4. Poi per acquisire una certezza maggiore, dopo uno o due esorcismi, interroghi il posseduto, per sapere come egli si sente spiritualmente e fisicamente. Indaghi, inoltre, su quali parole abbiano turbato di più lo spirito maligno, in modo da ripeterle e produrre maggiori effetti.

5. Si presti attenzione a quali arti e inganni fanno ricorso gli spiriti maligni per ingannare l’esorcista. Sono soliti infatti rispondere per lo più con inganni, e difficilmente si manifestano, nella speranza che l’esorcista si stanchi e desista; oppure creda che l’infermo non sia affatto posseduto dal demonio.


6. Talvolta, gli spiriti maligni, dopo essersi manifestati, si nascondono e lasciano il corpo dell’indemoniato quasi libero da ogni molestia, in modo che l’infermo creda di essere stato completamente liberato. Ma l’Esorcista non deve interrompere il rito, fintanto che non vedrà i segni della liberazione.

7. A volte, anzi, i demòni pongono ogni impedimento che possono, affinché l’infermo non sia sottoposto all’esorcismo, oppure tentando di convincere l’Esorcista che l’infermità dipenda da qualche causa naturale. Qualche volta, durante l’esorcismo, fanno in modo che l’infermo dorma, omettendo loro stessi, per far credere che l’infermo sia stato liberato.

8. Alcuni spiriti maligni parlano affermando la presenza di malefìci, indicandone il responsabile e il modo per liberarsene. L’Esorcista si guardi bene dal ricorrere a maghi, o indovine o altri che non siano i ministri della Chiesa. Così come non deve ricorrere ad alcune superstizioni o a qualsiasi altro modo illecito.

9. Qualche volta il Diavolo, per dare l’impressione di essersene andato, permette che l’infermo stia tranquillo e riceva la Santissima Eucaristia. Ma essendo innumerevoli le arti e le frodi del Diavolo per ingannare l’uomo, l’Esorcista deve essere cauto affinché non ci cada.

10. Perciò, memore di quanto disse nostro Signore, ossia che esistono specie di demòni che non si scacciano se non con la preghiera e il digiuno (Mt 17, 20). L’Esorcista deve quindi impegnarsi in questi due principali rimedi per ottenere l’aiuto divino, e scacciare i demoni, sull’esempio dei santi Padri.


11. Il posseduto, dopo essere stato portato in Chiesa, se è possibile, o in un altro luogo religioso e rispettabile, separatamente dalla gente, sia esorcizzato. Ma qualora il soggetto sia malato, oppure ci siano altre buone ragioni, potrà essere esorcizzato in casa privata.

12. Sia avvertito il posseduto che, qualora stia in salute nel corpo e nella mente, preghi per se stesso Dio, digiuni, e si fortifichi il più frequentemente possibile con la sacra Confessione e la Santa Comunione secondo il giudizio del Sacerdote; e finché è sottoposto al rito, tutto si raccolga, e si rivolga a Dio, con ferma fede, domandando a Lui la salvezza, in tutta umiltà. E, se fosse tormentato con più veemenza, sopporti pazientemente, senza diffidare dell’aiuto di Dio.

13. Il posseduto deve avere il Crocifisso fra le mani, oppure davanti a sé. Anche le reliquie dei Santi, qualora sia possibile averle, decentemente e con sicurezza legate e coperte, siano applicate sul capo o sul corpo dei posseduti con riverenza. Ma l’Esorcista stia attento che le cose sacre non siano trattate indegnamente, o che su di esse venga fatto un vilipendio dal Demonio. In particolare la Santissima Eucaristia non deve mai essere posta sul capo dei posseduti, oppure su altre parti del corpo, per il pericolo che venga trattata in modo irriverente.

14. L’esorcista non divaghi nella retorica, o in superflue e curiose domande, specialmente su cose future od occulte, non pertinenti alla sua potestà; ma ordini allo spirito immondo di tacere, e di rispondere solo alle domande a lui poste; e non gli creda se il Demònio finge di essere l’anima di qualche santo, o defunto, o angelo buono.

15. Invece le domande che è opportuno porre sono, per esempio, quelle sul numero e il nome degli spiriti occupanti, da quanto tempo sono entrati, sul motivo, e altre simili. L’ Esorcista contenga o trascuri, invece, altre futilità del demonio, il riso, e sciocchezze varie. Inoltre ammonisca i presenti (che devono essere pochi) affinché non si curino di queste cose, e non interroghino essi stessi il posseduto, ma piuttosto preghino per lui Dio con umiltà e con fervore.

16. Poi faccia e legga gli esorcismi con ordine e con fermezza, con grande fede, con umiltà e grande fervore. Quando avrà visto lo spirito contorcersi molto, allora tanto più insista e incalzi. E ogni qual volta vede il posseduto scuotersi in qualche parte del corpo, la comparsa di una ferita o una tumefazione da qualche parte, lì faccia il segno della croce, asperga l’acqua benedetta, che già deve aver pronta.

17. Osservi anche verso quali parole i demòni mostrano più paura, e quelle le ripeta il più possibile. Quando sarà giunto alla intimazione di espulsione, la proferisca più e più volte, sempre aumentando il castigo nelle minacce.  Se gli sembra di far progressi in queste stesse cose perseveri per due, tre, quattro ore e in quanto può, nell’attesa che sia ottenuta la vittoria finale.

18. In più l’Esorcista stia attento perché non offra o suggerisca alcun tipo di medicina all’infermo posseduto. Ma lo lasci alla cura di un medico.

19. Se deve esorcizzare una persona di sesso femminile, abbia sempre con sé donne rispettabili, che mantengano la posseduta mentre è agitata dal demonio. Queste donne devono essere pazienti, e nel caso sia possibile, essere parenti prossimi. Inoltre l’Esorcista, memore dell’onestà, stia attento affinché ciò che dica o faccia non possa essere occasione per lui e per gli altri di scandalo.

20. Quindi prosegua l’esorcismo, usando le parole della Sacra Scrittura piuttosto che le sue o di altri. E ordini allo spirito maligno di dire se la sua presenza in quel corpo sia dovuta per qualsivoglia opera magica, o segni malefici, o documenti occulti. Se il posseduto ha inghiottito qualcosa del genere, lo vomiti. Qualora tali cose siano in un altro luogo fuori dal corpo, lo sveli e, una volta ritrovate, siano bruciate. Inoltre sia ammonito il posseduto, perché riveli all’Esorcista le sue tentazioni.

21. Se davvero il posseduto sarà stato liberato, sia esortato affinché diligentemente si astenga dai peccati, non dia occasione al demonio di rientrare in lui, perché in tal caso si troverà in una situazione peggiore della precedente.

Umano solo umano - NUOVA USCITA!


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Il linguaggio umano è un mistero che tuttora la scienza non riesce a spiegare in maniera esaustiva. Il linguaggio verbo-vocale, cioè quello emesso con la voce e che si esprime attraverso parole e frasi, è ciò che rende l’uomo unico e nettamente diverso dagli animali. Umano solo umano, dunque, sta a significare che proprio il linguaggio costituisce una caratteristica dell’uomo che lo distingue da tutti gli altri esseri viventi. Questo libro tratta ad ampio raggio il tema della comunicazione intesa in senso generale, dagli insetti ai primati non umani, fino agli innumerevoli risvolti della comunicazione umana, prendendo in considerazione l’aspetto scientifico, antropologico e filosofico.


Chimera del vero amore


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La crescita, le difficoltà in famiglia, lo studio, la ricerca di un lavoro, la chimera del vero amore: queste le piccole e grandi battaglie di tutti i giorni, quando anche le cose banali sembrano andare irrimediabilmente alla rovescia. 

Da "Accetto la sfida" di Giulia Fornasier.

L'Uomo


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Ernest Hello ricorda come la verità e il bene devono rifiutare ogni forma di convivenza e accomodamento con l’errore e il male; allo stesso modo la pace non può e non deve consistere in una conciliazione dei contrari, perché bene e male sono distinti e nemici in eterno. Tuttavia il male a volte diventa ipocrita per convivere con il bene: ecco creati il protestantesimo, il liberalismo, l’eclettismo e il trasformismo. 

Da "L'uomo" di E. Hello.

Ricerca di una regola di vita comune

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La storia dell’Oratorio partenopeo, la diatriba sulla sua autonomia rispetto alla Casa di Roma, la ricerca di una regola di vita comune alle case filippine, sono le tappe di una vicenda che si è protratta fino alla soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose operata dai Savoia nel 1866, e di cui rimangono ancora testimonianze come la chiesa barocca dei girolamini.

Da "San Filippo a Napoli" di Corrado Sedda.

Collezione Fulton Sheen


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Quattro autentici capolavori di spiritualità, apologetica e cultura cattolica offerti col 25% di sconto in occasione della beatificazione dell'arcivescovo Fulton J. Sheen. Un grande classico dimenticato reso di nuovo disponibile da Fede & Cultura. Per non perdere la fede nei tempi della confusione.

Ministro, ma quale civiltà La pillola killer mi ha cacciato in un atroce inganno

 “Mi avevano detto: “Sarà come una mestruazione, ma più abbondante”. Invece mi sono trovata a contorcermi dal dolore per i crampi e gli svenimenti. Quando ho espulso il mio bambino ero sul bidet e l’ho gettato nel water mentre le infermiere mi chiedevano se avevo finito. È stato atroce, ho avuto incubi per un anno e ora mi hanno trovato un fibroma”. Il drammatico racconto di Natascia alla Bussola, modella vittima della pillola ammazza-bambini che avverte tutte le donne e il ministro Speranza: “Una dottoressa mi ha ingannata, con la RU 486 non c’è niente di sicuro, civile e indolore, se lei lo dice è perché non ha mai abortito”.


Andrea Zambrano in “La Nuova Bussola” 12 agosto 2020
«Ministro Speranza, lei non ha mai abortito con quella pillola. Io invece non riesco a perdonarmi per aver ucciso mio figlio, non è vero che la RU è indolore, che è solo una passeggiata. Invece è terribile, ho sofferto tantissimo e bisogna saperlo».
Di quel terribile periodo del luglio scorso, Natascia B. ha un solo ricordo dolce che ogni tanto riguarda: «È una foto che ho scattato poco prima di andare in ospedale a prendere la pillola che ha ammazzato mio figlio. Ci sono io e sopra alla pancia c’è il mio gatto che in quei giorni era l’unico che aveva voglia di accoccolarsi su di me. La guardo tutti i giorni perché è l’unico ricordo che ho del mio bambino. Vorrei che la pubblicaste».
38 anni, torinese, modella e personal trainer, una bellezza di occhi corvini e capelli lunghissimi che nascondono il grande dolore. Ma dal quale vuole risollevarsi perché «la mia storia deve aiutare a far aprire gli occhi le ragazze». La Nuova BQ l’ha intervistata dopo averla vista raccontare la sua esperienza con la RU 486 all’Associazione Giovanni XXIII (qui, al minuto 48 e seguenti nella foto è con Andrea Mazzi dell'associazione di don Benzi) che aiuta le donne nelle gravidanze difficili e nelle sindromi post aborto di cui le linee guida del Ministero della Salute che hanno sdoganato l’aborto fai da te non si curano. 
Natascia, si è sentita ingannata?
Sì, ma in quei giorni del luglio scorso subivo violenze psicologiche e fisiche da parte del mio compagno. In più la dottoressa che mi ha consigliato la pillola fu sgradevole.
Che cosa le diceva?
Cercava di minimizzare. Diceva: «Se fossi mia figlia, te lo consiglierei».
Lei non capiva che cosa stava accadendo?
Io pensavo che fosse tutt’altro, avevo paura, certo, avevo letto qualcosa su Google ma lei sembrava molto rassicurante e un po’ spazientita per i miei dubbi. Continuava a ripetermi: «Ma no, avrai solo qualche mal di pancia, sarà come una mestruazione, però più forte». Non sapevo a che cosa sarei andata incontro.
Che cosa?
Che avrei espulso il mio bambino nel bidet e che avrei dovuto gettarlo nel water… (silenzio)… questo lo sa chi parla di Ru come sicura e indolore tanto da poterla fare a casa?
Il ministro ha parlato di un “passo avanti per la costruzione della civiltà”…
Civiltà? Dopo l’aborto non sapevo che avrei avuto incubi di bambini buttati nella toilette per mesi: sognavo di aprire il frigo, di versare l'acqua e uscivano bambini. Non sapevo che avrei iniziato a soffrire di attacchi di panico. Non mi sembra una grande civiltà. E della sindrome post aborto non ne parlano. Ho visto con i miei occhi ragazze di 18 anni al terzo aborto con la RU, ormai ne parlano come andassero dal parrucchiere.
Lei era favorevole all’aborto?
Non mi ero mai posta il problema, ma dicevo: “Ognuno deve sentirsi libero”, quelle cose che si dicono quando non si è toccati. Poi io ero molto indipendente, vengo da una buona famiglia, ho studiato, sono una donna emancipata e dicevo che non bisogna arrivarci ad abortire. Basta prendere gli anticoncezionali. Poi però ho avuto un problema di salute e sono andata in amenorrea per sei mesi. Ma il vero problema era ritrovarsi incinta a 37 anni con un compagno sbagliato e una dottoressa che non ha fatto niente per dissuadermi.
Come ha fatto?
Sono sicura che se avessi avuto i 7 giorni di tempo che si danno non lo avrei fatto, avere più tempo per riflettere mi avrebbe aiutato. Io non avrei mai abortito chirurgicamente, ma ormai ero all’VIII settimana (il limite prima delle nuove linee guida era sette settimane, ora nove ndr.) e lei mi diceva che dovevo fare presto. Ho passato tre giorni a piangere e tremare.
Dove è avvenuto?
Sono andata in Liguria, nella città di lui, la mia ginecologa è obiettore di coscienza, non mi avrebbe mai fatto abortire. Quando le ho raccontato tutto, ha pianto: «Nati, perché non sei venuta da me? Ti avrei aiutata».
Perché ha detto che le ha messo fretta?
Perché per forzare la legge per la quale non poteva somministrare la pillola all’VIII settimana ha scritto un referto in cui si diceva che avevo problemi psicologici.
Non le ha parlato dei rischi altissimi a cui si va incontro?
Rischi? Per lei era come prendere un’aspirina. Più le facevo domande più lei svicolava: «Quindi, che lavoro fa? Ah... la modella? Bè, chiaro, la capisco, allora bisogna risolvere velocemente. Posso vederla in qualche pubblicità? Ah, come è bella…». Insomma: tutto per non affrontare la cosa e farmi pensare ad altro, normalizzando la tragedia che stavo invece per vivere.
Si è sentita usata?
Sì. Come sono usate tutte le donne che si sentono dire che la RU non è nulla, è sicura, che non ci sono rischi. Io sono molto istruita, ma in quel frangente non ero affatto lucida, ero fragilissima e in quei momenti non capisci nulla. Devi avere qualcuno che si prenda cura di te. Ma questi non sono medici, evidentemente. È stato tutto così veloce che nei sette giorni che avrei dovuto avere per riflettere, ho invece accelerato tutto.
Come?
Dopo la visita, era un sabato, sarebbero dovuti passare sette giorni per legge. Invece lei ha camuffato con un’urgenza e mi ha mandato in ospedale dopo due giorni. Il martedì ero già in reparto e ho preso la prima pastiglia (il mifepristone, che uccide il feto ndr.).
Problemi?
Nessuno, ma nel momento in cui ingoi la pastiglia hai perfettamente chiaro che stai ammazzando il tuo bambino.
La seconda pastiglia invece (il misoprostol, che espelle il feto provocando contrazioni e emorragie ndr.)?
Il giovedì seguente. Sempre in reparto. Dopo 15 minuti, ho iniziato ad avvertire nausea e poi ho vomitato abbondantemente tanto che mi sono disidratata completamente. I denti hanno iniziato a battere fortissimo come quando si gela dal freddo, ho chiamato la dottoressa.
E lei?
Mi guardava allargando le braccia come a dire: «Eh… è così, mi spiace…». E' stato atroce.
Non le hanno dato nulla?
Solo del brufen, ma l’ho vomitato subito. Avevo contrazioni terribili, mi sono ritrovata tutta rannicchiata di dolore nel letto e ogni volta che mi avvicinavo al bagno avevo svenimenti.
Intanto loro?
Ogni tanto si affacciavano e chiedevano: «Allora, è avvenuta l’espulsione?». E io continuavo a dire di no. «Allora, stasera andrai a casa». Mi hanno tenuto un’ora con dolori fortissimi al basso ventre e l’unica cosa che mi dava un po’ sollievo era stare accovacciata sul bidet con l’acqua calda nelle parti intime. È stato in quel momento che… (silenzio).
…che?
Che ho espulso il sacco vitellino, credo che si chiami così. Ho visto come un piccolo organo di colore rosso dentro al quale in trasparenza ho visto un feto di colore beige. Era il mio bambino. L’ho dovuto prendere e gettare nel water.
…mi spiace, non so come proseguire.
Piangevo disperata, l’ho riconosciuto benissimo perché è un’immagine che si identifica subito. Era il mio bambino appena morto. Un’infermiera mi si è fatta vicina, mi ha asciugato le lacrime. Poi mi sono rivestita e mi sono portata a casa tutto il fardello.
Il senso di colpa e il dolore fisico…
Capite perché adesso permettono alle donne di andare a casa dopo aver preso la pastiglia? Perché anche i medici e gli infermieri in ospedale non ce la fanno più a vedere queste cose: è chiaro a tutti quello che accade. Eccola la “mestruazione più abbondante del solito” di cui parlava la dottoressa e di cui parlano i medici che la spacciano come una passeggiata.
Nei giorni seguenti?
Un calvario. Ho avuto crampi per settimane. Dopo 10 giorni, l’utero non si era pulito bene, sono andata dalla mia ginecologa a Torino, le ho raccontato tutto vincendo la vergogna. Mi ha accolto in lacrime. Poi mi ha diagnosticato un fibroma e i valori del sangue sono spesso sballati.
È una conseguenza della RU?
Lei si è insospettita molto, di sicuro prima non ce l’avevo.
Natascia, è una storia molto dura, ma che ha il merito di essere raccontata. Lei si è mai perdonata?
No, non mi perdonerò mai, perché Dio da lassù voleva farci un regalo bello e io l’ho buttata via.
Però ha avuto il coraggio di parlare…
Spero che serva a risparmiare il dolore ad altre donne o ragazze.
Ha paura di essere stigmatizzata?
Si, ho messo in conto che sarò criticata dal mondo intero. Ma chi critica e dice che la donna deve essere libera non ha mai abortito.
Ci sono storie di rinascita anche di donne che hanno abortito più volte. Ha mai pensato che il primo ad averla perdonata è proprio il bambino o la bambina che aveva in grembo?
Le racconto una cosa che non ho mai detto a nessuno.
Sì…
Doveva nascere nella prima settimana di marzo. E dalla prima settimana di marzo ho smesso di avere incubi, ho iniziato a sognarmi con in braccio una bambina, mi svegliavo felice e mi sentivo meglio.
Che cosa si sente di dire ai medici del Consiglio Superiore di Sanità che hanno detto che la pillola Ru 486 è sicura?
Che non l’hanno mai usata. Solo questo.
Se rincontrasse quella dottoressa?
Che si parla tanto di libertà, ma mai di salute, la donna viene vista come un oggetto, è un sentimento terribile. Io non sapevo neanche che cosa fosse una sindrome post aborto ed è terrificante, non si tratta di forzare una donna a tenere il bambino, ma di aiutarla a riflettere. Io non avevo bisogno di aiuti economici, ma psicologici sì. Invece questa dottoressa non si è preoccupata un attimo di capire la situazione, a lei importava che io assumessi quella pillola perché era la cosa più rapida per rivolvere il problema. Ora faccio i conti con i sensi di colpa.
Lei ha subito un trauma, ma il fatto che sia qui a parlare e a denunciare quanto avviene fa parte di un cammino. La sua vita non è finita in quel bagno di ospedale.
Forse, di certo non riesco a non guardare in faccia la realtà.
Un cammino che è iniziato quando ha preso quella pillola e che non si è ancora concluso.
Lo spero, solo Dio sa dove mi porterà.

Vantaggi di agosto su fedecultura.com

 

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Siamo mossi da un “sesto senso”

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La realtà che circonda e coinvolge l’uomo è avvolta dal mistero. Mossi da un “sesto senso” siamo portati a investigare e ad aprirci a un mistero più grande di noi. In questa ricerca Garrigou-Lagrange offre una guida chiara e sicura. Attraverso un crescendo che parte dal senso comune, attraversa la conoscenza fisica e metafisica, culminando nella conoscenza di fede e in particolar modo nella mistica, giungiamo al cuore del mistero che è la vita stessa di Dio.

Vicenda personale vissuta

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Volendo mettersi nelle scene del Vangelo come un personaggio tra gli altri, è necessario farsi piccolo e sentirsi come un bambino che Maria ha adottato introducendolo nella sua casa e poi nella sua famiglia. Da allora il Vangelo non viene considerato dall’autore semplicemente un libro, ma diventa una vicenda personale vissuta e raccontata in prima persona.

Eleggono un profeta

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Nel 1534, nella città tedesca di Münster (Vestfalia), l’eresia anabattista prende il potere: prima invoca il ritorno alla purezza della religione cristiana, poi tenta di tornare allo stato edenico attraverso un riordino sociale. Sulla base delle Scritture, gli anabattisti suddividono la città in parti, cambiano nome alle strade, proibiscono la proprietà privata ed eleggono un profeta, Jan Matthys, alla cui morte succede Jan Bockelson di Leida, che in breve diventa re di Münster.

Da "Il re degli anabattisti" di Friedrich Reck-Malleczewen.

Aspra guerra civile

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Pochi sanno che la Cina è stata, nella prima metà del Novecento, squarciata da conflitti politico-ideologici che presero il via con la rivoluzione del 1911, il crollo dell’impero e la proclamazione della Repubblica. Dalle ceneri della Cina imperiale nacquero due nuovi contendenti per guidare una nazione riformata: il Partito nazionalista cinese (il Kuomintang) e il Partito comunista cinese. Nel 1927, l'inevitabile scontro tra questi due partiti politici portò a un'aspra guerra civile che sarebbe durata per 23 anni, durante la Seconda Guerra Mondiale e il periodo della Guerra Fredda.

Da "La lunga guerra fratricida" di Alberto Rosselli

Ci siamo spostati dopo 13 anni

Cari amici, era il 2 novembre 2009 quando prendevamo in mano questo blog e gli davamo una nuova vita, come "voce culturale ufficiale&q...