La famiglia è quella naturale

 

La famiglia è quella naturale, quella costituita da un uomo e da una donna che si sono sposati perché si sono scelti, si vogliono bene, condividono la vita pur con le reciproche differenze; vivono dinamiche psicologiche contrastanti ma complementari, affrontano difficoltà relazionali e le superano.


Da "Credere nella famiglia" di Gilberto Gobbi

La Passione della Chiesa inflitta dai suoi Pastori


La Chiesa - insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica ai nn. 675-677 - negli ultimi tempi passerà attraverso la partecipazione alla Passione di Gesù Cristo. E questo avviene per mano dei suoi stessi pastori traditori - come dice il beato Fulton Sheen e Mons. Schneider. San Vincenzo de Paoli: "la depravazione dello stato clericale è la principale causa della rovina della Chiesa". Parole forti per richiamare i nostri preti e vescovi al lori dovere di veri pastori!

Come diminuire lo stress e nutrire la tua anima


Siamo bombardati da informazioni e stimoli sensoriali e visivi continui e questo alimenta lo stress, la dissipazione spirituale e la perdita della propria identità profonda. Cosa fare per recuperare il meglio di noi e vivere bene? Cosa fare per donare il bene che abbiamo ricevuto a farlo crescere?

Mons. Athanasius Schneider a Trento


La conferenza di Mons. Athanasius Schneider, Diane Montagna con la partecipazione di Giovanni Zenone al Castello del Buoncosiglio di Trento per la prima presentazione italiana di "Christus vincit" dei due suddetti Autori il giorno venerdì 18 giugno 2021.

Come restare in comunione con la Chiesa?


Nella confusione totale in cui si trova la Chiesa oggi può colpire la tentazione di andarsene. Dice il salmo 11: "Quando sono scosse le fondamenta il giusto che cosa può fare?". Qualche tentativo di risposta del prof. Giovanni Zenone - parziale e temporanea - per non mollare!

Che fine ha fatto il tabernacolo?


Le chiese moderne sono costruite con idee non cristiane e non cattoliche, ma con idee di architetti che non conoscono la fede cattolica. Lo si vede da trionfo del brutto e dall'emarginazione del "padrone di casa" che si nota con dolore entrando in questi edifici. Sintomo di una terribile perdita della fede. Torniamo a dare la dovuta centralità a Dio in Chiesa! Torniamo a offrire Bellezza al mondo che ne ha tanto bisogno!

Cerca il silenzio, evita gli stimoli dei sensi


Dio è invisibile, lascia perdere i continui stimoli dei sensi, la musica, le immagini e tutto quello che ti svuota riempiendoti. Scopri come affinare la tua sensibilità spirituale.

Strada per una fede semplice

La genuinità e la sua spontaneità di San Francesco ci indicano la strada per una fede semplice, libera dagli orpelli e restituita alla sua essenzialità. Da "San Francesco d'Assisi. La gioiosa follia di un innamorato del Cielo" di Gilbert Keith Chesterton.

È possibile conoscere Dio con la sola ragione?

 

È possibile conoscere Dio con la sola ragione? Quale tipo di ragione? E quale Dio ci fa conoscere? Da "Introduzione allo studio di Dio" di Réginald Garrigou-Lagrange.

NUOVA USCITA! Distributismo



Tasse esose, debito pubblico e privato, progressiva concentrazione della proprietà produttiva nelle mani di un numero sempre più ristretto di multinazionali, dominio della finanza sull’economia reale, lenta ma inesorabile sparizione delle piccole imprese artigiane, dei piccoli negozi a conduzione famigliare, disoccupazione, perdita del potere di acquisto dei salari, corruzione politica diffusa, crescita esponenziale della burocrazia statale: sono questi alcuni tra i principali problemi con cui ci dobbiamo confrontare quotidianamente da parecchi decenni e che sia la politica sia gli economisti appaiono incapaci di risolvere con riforme strutturali. Belloc affronta queste tematiche, con linguaggio semplice e comprensibile, invitando il lettore a ripensare i paradigmi di fondo che guidano la nostra vita economica, sociale, finanziaria, monetaria e politica alla luce della retta ragione e della ragionevolezza, di cui ogni uomo è dotato, e della Dottrina Sociale della Chiesa. La via d’uscita del distributismo indicata da Belloc si offre quindi come soluzione per ristabilire un ordine sociale basato sui principi di giustizia sociale ed equità.

Ordine ideale di assoluta razionalità

 

Alla fine del terzo millennio, l'umanità vive in un ordine ideale di assoluta razionalità e privo di conflitti. Le persone hanno un codice numerico e non un nome. Chi si oppone viene eliminato. Quest'armonia forzata viene avvertita da tutti come perfezione e bene, anche dal protagonista D-503, un matematico addetto alla fabbricazione di un’astronave che dovrà esportare su altri pianeti questo modello sociale su base.

Da "Noi" di Evgenij Zamjatin

I ricchi industriali la governano dai loro grattacieli

 

All'origine del capolavoro cinematografico di Fritz Lang del 1927 e alla base di molti capolavori della fantascienza, da Blade Runner a Star Wars, Metropolis di Thea von Harbou è un romanzo futuristico ambientato in una ciclopica città multilivello: i ricchi industriali la governano dai loro grattacieli, mentre gli operai lavorano relegati nel sottosuolo.

Da "Metropolis" di Thea von Harbou

NUOVA USCITA! Cos'è il purgatorio


Spesso snobbato e considerato un’invenzione della Chiesa per aumentare il proprio potere sugli uomini e soprattutto sui loro soldi grazie alle indulgenze, come ha scritto lo storico Jacques Le Goff, il Purgatorio fa in realtà parte del patrimonio della fede cattolica sin dalle origini del cristianesimo. Si tratta di uno stadio intermedio e temporaneo di sofferenza riservato a coloro che muoiono in grazia di Dio ma senza aver purificato del tutto le conseguenze dei peccati commessi. Questo libro ne espone la natura attraverso il Magistero della Chiesa (Concilio di Lione del 1274, Concilio di Firenze del 1438 e in quello di Trento nel 1563), il parere dei Dottori e dei teologi e le rivelazioni e le apparizioni di vari santi e beati, come santa Caterina da Genova. Senza contare che nella Bibbia sono presenti passi fondamentali da cui emerge questa dimensione di purificazione dei defunti. Più che una condanna per le anime non ancora degne della Gerusalemme Celeste, la dottrina del purgatorio rappresenta invece un consolante motivo di speranza: la salvezza non è riservata soltanto ai perfetti, ma dopo la morte è possibile una purificazione per entrare nella pienezza della vita eterna.



Zelanti, generosi, virili: quel che Sarah vuol dire ai preti

 


di Andrea Zambrano

Non delega ai social la sua formazione, non ozia a letto fino alle 11; fa buone letture; accresce la sua fede; ha interesse per il destino eterno dei suoi figli; difende con virilità la sua sposa, la Chiesa, dagli attacchi; non si fa usare come un burattino nei talk show; custodisce la liturgia e non la inventa perché sa che il suo compito è riprodurre la liturgia che c'è in Cielo e si fa chiamare "don" perché esercita una responsabilità. E ogni tanto svuota il suo conto corrente per sperimentare la Provvidenza, aiutare i poveri e sentirsi come le famiglie ogni 27 del mese. 

L'identikit del vero prete secondo il cardinal Sarah. Esce oggi il suo ultimo libro "A servizio della verità". Che cosa deve avere un prete per essere veramente un uomo di Dio? La domanda non è peregrina perché viviamo tempi di profonda crisi del sacerdozio, stretto com’è tra il rischio del funzionarismo e le tentazioni del mondo. Secondo il cardinal Robert Sarah in un consacrato non può mai mancare lo zelo per le anime. Che cos’è lo zelo? È lo stesso Prefetto emerito del culto divino a spiegarlo nel corso degli esercizi spirituali dell’Amicizia sacerdotale Summorum Pontificum svoltisi nel febbraio 2020 poco prima che il lockdown sconvolgesse anche la vita dei preti: «Lo zelo è l’interesse. Una persona è zelante quanto qualcuno o qualcosa le interessa davvero. Lo zelo per le anime è dunque l’interesse che il pastore deve nutrire verso la salvezza eterna delle pecorelle affidate alle sue cure».

Con un criterio di questo tipo basterà fare l’identikit al proprio parroco o al proprio confessore: quest’uomo ha davvero interesse per me e per la mia salvezza eterna?

Le parole di Sarah ai sacerdoti dell’amicizia SP sono diventate un libro che esce proprio oggi per Fede & Cultura. A servizio della verità. Sacerdozio e vita ascetica, questo il titolo del libro che raccoglie le meditazioni svolte dall’allora prefetto al sodalizio sacerdotale che ha curato, tramite padre Vincenzo Nuara, l’introduzione.

Quello di Sarah è un libro sul sacerdozio, o meglio, una guida sul sacerdozio. Rivolto ai preti, ma adatto anche ai laici perché sappiano riconoscere se qualcosa cosa manca ai loro preti, o quale aspetto vorrebero vedere in loro meglio sviluppato. O anche aiutarli a farsi largo in quelle che possono essere le tentazioni moderne dei parroci 2.0.

Sarah ne elenca alcune con acume e conoscenza della materia: anzitutto c’è l’educazione ricevuta perché «spesso i sacerdoti non hanno ricevuto una solida educazione umana, affettiva e religiosa in famiglia, non sono stati educati nella fede o al valore della rinuncia e del sacrificio e questo si riverbera spesso in molti aspetti del ministero».

La seconda tentazione è l’organizzazione: «Ci sono preti che si alzano alle 11 e tengono la chiesa chiusa al mattino, altri che fanno tardi la notte e altri ancora che buttano via il loro tempo. La terza è l’uso disordinato di internet: «Se permettiamo a internet di sostituirsi alla nostra riflessione e alla nostra responsabilità di discernere, allora diventiamo automi in mano altrui». Il pericolo, secondo Sarah «è che la rete distrugga il nostro cervello e ci faccia diventare burattini di qualcun altro».

Una quarta tentazione di peccato per il prete è la sua scarsa o malsana preparazione teologica e dottrinale: «La sana dottrina è necessaria e aiuta molto il sacerdote a evitare le occasioni di peccato. Il sacerdote ha il dovere di leggere e studiare, ma di leggere e studiare libri buoni, libri che lo aiutano».

Si arriva così allo zelo, che appunto è quell’interesse per l’anima che gli è affidata. Sarah lo chiede ai partecipanti il corso di esercizi spirituali: «Noi abbiamo zelo per le anime? Ci interessa il loro destino eterno? Com’è triste vedere che tante anime forse si perdono per la freddezza, per l’indifferenza di coloro che erano stati deputati a cooperare con Dio per la loro salvezza! A noi magari le anime non interessano, ma a Cristo sì! A noi, infatti, le anime non sono costate nulla, ma Cristo le ha pagate a caro prezzo!».

Il sacerdote zelante deve mettersi in prima linea per difendere il gregge e si «preoccupa se le correnti culturali e ideologiche del nostro tempo possano inquinare le anime delle sue pecorelle: soprattutto le anime dei più̀ giovani».

Ma lo zelo non nasce spontaneamente, ma solo dalla fede. Ad esso è ricondotto. Il libro affronta per molte pagine l’aspetto della fede e che cosa accade quando manca al sacerdote.

C’è un passaggio che rende bene l’idea di fede e di Provvidenza che un sacerdote, secondo Sarah, dovrebbe avere. È una fede di abbandono totale, che spesso pensiamo scontata in un uomo di Chiesa ma che invece non lo è. Per scuoterli, Sarah arriva anche a un’iperbole significativa, che non ha nulla del pauperismo, ma è proprio un esercizio di affidamento, prendendo a prestito le parole sentite da un vescovo ai suoi preti: «Ogni tanto, azzerate il vostro conto bancario. Prendete tutto quello che c’è e datelo ai poveri o per aggiustare la chiesa o per acquistare dei paramenti e dei vasi sacri degni. Azzerate il conto bancario. Farete così l’esperienza di tante persone che vivono sperando che arrivi presto il 27 del mese, quando cioè verrà loro versato lo stipendio o la pensione. Molte migliaia di famiglie vivono così e, magari, hanno un senso della Provvidenza più vivo di tanti sacerdoti che se ne stanno tranquilli solo perché hanno tanti quattrini da parte».

Sarah denuncia la «spiritualità protestante che è penetrata in molti sacerdoti», e «l’emozionalismo» di cui in molti hanno bisogno per «sentire qualcosa» e questo li porta a stravolgere e impossessarsi della liturgia. «È una deriva sentimentale, mentre invece la santità non è uno stato d’animo, ma un fatto oggettivo» perché «la liturgia è questo: ridare a Dio il primato e in ginocchio adorarlo. Una liturgia antropocentrica sarebbe una lituriga decentrata, compito del culto divino è riprodurre in terra la liturgia celeste degli angeli e dei santi».

Ricorda poi, che un prete deve avere «virilità». «La psicologia virile – dice citando a esempio San Giuseppe - consiste nel farsi carico di una famiglia e di provvedere a essa».

Il prete «deve essere padre dei suoi fedeli, mai amico. Una familiarità eccessiva del sacerdote con i fedeli è sempre dannosa» e oltre a difendere i suoi figli, i fedeli, deve difendere anche la sua sposa, la Chiesa, «dagli attacchi che riceve», aggiunge mettendo in guardia i preti invitati nei talk show che «sono burattini utili nelle mani di chi guida lo show business».

Autorevole, mai autoritario.  A cominciare dal nome. Sarah condanna l’abitudine di molti preti di non farsi chiamare “don” o “padre” ma solo con il nome di battesimo: «In mezzo al gregge di Cristo, una volta ordinati, noi non rappresentiamo più noi stessi, ma Lui. Premettere “padre” o “don” al nome non è un onore mondano, ma vuole indicare concretamente questo aspetto fondamentale. Così i fedeli si ricorderanno implicitamente chi siamo: i ministri di Dio e della Chiesa. Ma non solo loro: anche noi ce ne ricorderemo! Sentirci chiamare “padre” o “don”, persino esigere gentilmente che ci chiamino così, non rappresenta vanità o ricerca di onore mondano. Al contrario, è un richiamo alla responsabilità̀».

Stesso discorso per l’abitudine di spogliarsi degli abiti da prete per vestire i più comodi abiti borghesi: «Il sacerdote che non veste l’abito, cosa si propone nell’avvicinare le persone? Di evangelizzarle per portarle a Cristo, oppure di confondersi nella massa? Al di là di casi particolari, dovremmo sempre essere riconoscibili come padri ai nostri figli e come ministri di Dio e della Chiesa cattolica per i non cattolici. Non è formalismo, è questione di sostanza».

Una sinfonia di preghiera

 


La vita monastica è sempre stata scandita dai periodi e dalle celebrazioni dell’anno liturgico, in una sinfonia di preghiera e canto che esprime adorazione, contemplazione e rendimento di grazie.

Da "Le ore della preghiera" di Francesco Maiore.

Dante 700 anni in Paradiso


Dante è stato un grande autore cattolico che ha messo nella sua opera la fede e la dottrina che salvano. Un autore che è capace ancora oggi di parlare alla vita di giovani e vecchi che si trovano "per una selva oscura ché la diritta via era smarrita".

Quanto tempo sprecato lontano da Dio! Ma ora...


Gesù ti aspettava, non ha mai smesso di aspettarti con amore anche quando vagavi lontano da Lui! Lasciati avvolgere dalla gioia che viene dalla sua grazia.

Gesú a Valtorta: L’unità della Chiesa è solo nella retta dottrina


Nell’ottavo volume de “L’Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta Gesù spiega agli apostoli in che cosa consista la vera unità della Chiesa: nella fedeltà alla dottrina che Gesù ha dato. Se vieni accusato di essere divisivo perché difendi la retta dottrina non temere!

I sacerdoti secondo Sarah: zelanti, generosi, virili


L’articolo di Andrea Zambrano su La Nuova Bussola Quotidiana del 10 giugno 2021 sul nuovo libro del Card. Robert Sarah “A servizio della verità. Sacerdozio e vita ascetica” letto e brevemente commentato dal prof. Giovanni Zenone.

E' il rosario una delle armi da usare

 


E' il rosario una delle armi da usare “in ogni luogo, in tutti i tempi, in tutte le necessità” per aprirsi al perdono e non permettere all'odio e alla vendetta di prendere possesso della propria vita.

Da "Il rosario di Nagasaki" di Takashi Nagai

Accogliere la misericordia di Dio



La Sacra Scrittura, la tradizione apostolica, il Magistero della Chiesa e l'insegnamento dei santi concordano sul fatto che l’inferno sia una verità divinamente rivelata e unica garanzia della nostra libertà e dignità. Il rischio della dannazione eterna, come ogni verità di fede, è necessaria per accogliere la misericordia di Dio senza perdere la propria libertà.

Da "L'inferno esiste" di Giovanni Cavalcoli.

I racconti del piffero, tra sorrisi e perle di saggezza



di Fabio Piemonte                                   

Una raccolta di 15 brevi storie di fantasia, piene di spunti di carattere storico e spirituale, di incursioni critiche nel contesto culturale attuale, con un tema di fondo: «Dio c’è, anche quando sta in silenzio». Freschi di stampa I racconti del piffero (Fede & Cultura) di Rino Cammilleri. «Dio c’è, anche quando sta in silenzio» e non solo per coloro che hanno occhi per riconoscerlo, cuore vigile e mente attenta a cogliere i segni della Sua presenza nella realtà che ci circonda. È questo il leitmotiv de I racconti del piffero (Fede & Cultura 2021, pp. 176) di Rino Cammilleri - firma nota ai lettori della Bussola - che richiamano nel titolo, come una dolce melodia, la sinfonia del Padre disponibile anche on demand per quanti desiderino sintonizzarsi docilmente sulle sue frequenze. È una raccolta di quindici brevi storie. C’è quella di Tobia Nicodemi, scrittore mitomane che si convince che avrebbe dovuto sparare al Papa per poter vedere un suo libro tra i bestseller con tanto di «fascetta esaltatoria». Commette quest’atto e le cose gli sembrano andare come previsto, ma «il successo genera invidia e stalker». Così, durante la presentazione di un suo libro, paga con la vita l’aver ignorato un autore desideroso di fama e successo a tutti i costi proprio come lui. In un altro racconto, invece, l’autore ironizza proprio sul fatto che i libri più venduti siano decisi a tavolino dai grandi editori prima di entrare nelle librerie e come spesso basti un bollino adesivo sulla copertina con le migliaia di copie vendute a fare di un romanzo un bestseller, a prescindere dal fatto se tale numero sia vero o falso.

Messer Jacopo degli Uguccioni è un eretico condannato al braccio secolare dell’Inquisizione, che decide di farsi preparare da un mago un elisir che gli consenta una morte apparente e un risveglio dopo cinquant’anni. Ma, anche in questo caso, le cose non vanno come l’uomo auspica che accadano perché, per grazia, la realtà è infinitamente più grande e misteriosa della sua capacità di controllarla. Così il risveglio ritarda di secoli e il protagonista viene catapultato nel contesto attuale in cui «si poteva bestemmiare anche ad alta voce per strada senza che nessuno se ne meravigliasse». Nel partecipare a un incontro pubblico sulla famigerata Inquisizione, egli finisce col tesserne un’apologia, adducendo diverse ragioni per mostrare come, al contrario della sua fama, «tale istituzione fosse mite e anche troppo misericordiosa». Eppure, quando manifesta liberamente il proprio pensiero politicamente scorretto, come accade di frequente, non constata alcuna democraticità da parte dei suoi interlocutori: «Fin lì gli era sembrato che in quel mondo si potesse parlare come si voleva, ma adesso che si era permesso di dire la sua lo si linciava». In questo racconto fanno capolino anche altri riferimenti velati ma non troppo ai temi caldi al centro del dibattito bioetico, tra cui l’eutanasia.

Nel “Dialogo tra un venditore di caldarroste e un vacanziere” spuntano interessanti aneddoti storici, tra i quali uno relativo a «Filippo II, il quale era un devoto, devotissimo: si figuri che quando un messaggero trafelato gli comunicò la vittoria a Lepanto non volle far interrompere la messa che stava seguendo. Solo alla fine, con le lacrime agli occhi, fece intonare il solenne Te Deum. Si era anche fatto aprire una finestrella nel suo studio per seguire la messa quotidiana mentre lavorava». Qui i protagonisti discutono sul ruolo della Provvidenza divina nella storia umana, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, a partire dalla propria vicenda personale nella quale riscoprire che è meglio affidarsi docilmente nelle mani di Dio e lasciare che «faccia come Gli pare», piuttosto che stare sempre a lamentarsi che le cose non vanno come si vorrebbe che vadano, pretendendo di spiegarne i motivi con ragioni umane troppo umane.

Cammilleri dissemina nei suoi racconti numerose perle di sapienza evangelica. Nel solco delle “Lettere di Berlicche” di Lewis, il diavolo custode millanta la sua capacità di rendere ogni cosa un po’ buona e un po’ cattiva, bivalente, mentre è costretto a riconoscere paradossalmente con acutezza il fine positivo che soggiace al comandamento dell’amore per il prossimo: «Ordinarvi di amare l’inamabile è, infatti, una delle tante follie di cui è pieno il Vangelo. Ma anche questa è per il vostro bene, perché è l’unica via per disinnescare la potenza distruttiva dei caratteri». In questa storia si fatica a trattenere un sorriso dinanzi alla descrizione archetipica della suocera, che lo stesso diavoletto si diverte a presentare come personificazione del male, «che snocciola fatti tanto minuti quanto remoti, rinfacciandoteli riverniciati» e, anche se le si «moltiplicano gli acciacchi, chissà perché, in lei l’unica cosa a conservare intatta la sua capacità malefica è la lingua. Essendo femmina, l’area cerebrale dell’espressione verbale è in lei, ovviamente, più sviluppata che in te. Questo, in una società egualitaria, mette te in svantaggio, svantaggio insuperabile».

Tra gli altri racconti c’è quello di Rocco Caldani, un investigatore privato chiamato a pedinare la compagna di una lesbica per scoprire se questa la tradisca come teme e un’altra storia sul tema della violenza sessuale. «Vuoi fuggire da Dio, gettati in Lui!» è il cuore della vicenda del ciabattino Carlos che, per «vendicarsi con Dio», diventa frate.

I racconti di Cammilleri si leggono piacevolmente e sono ricchi di spunti di carattere storico e spirituale, di incursioni critiche nel contesto culturale attuale per cui, per dirla con una battuta (e spero non me ne voglia l’autore), son tutto fuorché racconti del piffero!

I racconti del piffero di Rino Cammilleri

 

di Fiorenza Cirillo

È tutto così semplice e chiaro, da vertigine.

Quando ci si deve lasciare andare, quando ci si deve affidare, bisogna fare un salto fuori da sé. Un minuscolo e potentissimo salto che ci cambia la vita e le dà significato.

Il leitmotiv dei racconti di Cammilleri è tanto enigmatico quanto limpido, a seconda della prospettiva da cui li si legge. Con sapienza e originalità, l’autore ci fa dare un’occhiata da vicino alle storie degli uomini dei tempi passati, presenti e futuri.

Ogni racconto sembra farsi da sé e ci sorprende con direzioni inaspettate che ci indicano su quale aspetto focalizzare l’attenzione e la nostra intelligenza viene sempre interrogata dallo scorrere degli eventi, dalle azioni e dalle parole dei protagonisti. Ogni storia ci regala qualcosa di utile. Tobia Nicodemi spara al Papa, pur di raggiungere la notorietà; l’investigatore Rocco Caldani si trova a raccogliere i timori di una ragazza lesbica tradita e a suggerirle di accogliere l’amante o di interrogare la Chiesa. Riccardo, uomo pio, vorrebbe che la preghiera fosse solo una semplice domanda fatta con il cuore, ma il suo tic, che lo porta a bestemmiare, non lo aiuta. Silvia è bella come l’acqua del mare, è mobile, imprevedibile, fa innamorare e perdere. G. Gambino è un ragazzo abbandonato che cresce appigliandosi a quel che trova, incompreso dagli altri e da se stesso. Vuole quello che ha imparato a vedere e lo vuole a tutti i costi.

Ogni personaggio vive fino in fondo la sua realtà; a volte soccombe tragicamente, a volte rinasce sorprendentemente, ma sempre a costo di vedere i propri progetti infrangersi sugli imprevisti della vita. È come se la melodia suonata dalle circostanze fosse crudelmente stonata e priva di senso quando la si ascolta secondo i propri parametri e acquisti finalmente compiutezza solo nel momento in cui ci si affida a Dio. Ed è in quel darsi che i nostri talenti possono davvero fiorire.

Pierfrancesco T. non sa stare con gli altri e, frustrato, va su un monte per disturbare Dio con un piffero che non sa suonare e lo interroga: “Perché i talenti che mi hai dato sono assolutamente inutili, quando non negativi?” Dio, sorprendentemente, risponde: “[…] tu scrutati bene, vedrai che anche tu hai dei talenti, anche se non sono quelli che vorresti. Nessuno nasce senza”.

nicolaporro.it

Al servizio della verità - NUOVA USCITA!

Oggi il sacerdozio attraversa una crisi profonda e c’è confusione riguardo al compito e alla funzione del presbitero. Essere preti non è un lavoro ma una vocazione e un percorso di santificazione: il sacerdote è un servitore di Cristo, e quindi del prossimo. In questo libro il Cardinale Robert Sarah affronta il problema della decadenza morale e spirituale del clero e mette in guardia dai pericoli che ci sono oggi nella Chiesa: il carrierismo, la mondanità e la notorietà sui social. Per mantenere zelo per il ministero è invece necessaria una vita di preghiera, di ascesi e un forte attaccamento alla Liturgia, perché soprattutto nella celebrazione della Santa Messa è possibile trovare la vera gioia e la ragion d’essere della propria vita sacerdotale.

La lingua biforcuta del clero si chiama ambiguità


L'ambiguità è una forma di menzogna e di truffa diabolica. Pio VI insegnava che un Sinodo non deve avere un linguaggio ambiguo ma deve insegnare con chiarezza. Per mons. Schneider il problema della Chiesa di oggi è l'inversione del rapporto fra amore e verità. Si getta la misericordia sulla gente contro la stessa Verità. Sembra quasi che la Chiesa sia diventata come il medico pietoso che rende la piaga purulenta...

Il pragmatismo cieco dei preti fa male alla Chiesa


Ecco un breve riassunto dell’articolo su La Verità di oggi che lancia il libro del cardinal Robert Sarah A servizio della verità. Una breve introduzione di Lorenzo Bertocchi e alcune pagine del libro riportate e riassunte.

Mons Schneider a Trento il 18 giugno!


Mons. Athanasius Schneider sarà il 18 giugno 2021 alle ore 18.00 al Castello del Buonconsiglio, Trento e presenterà il suo best-seller mondiale Christus vincit

Se Gesù è al centro della tua esistenza


Concentra la tua vita su Gesù e avrai la sua pace che scaccia i timori e le preoccupazioni.nell’amore non c’è timore.

Tutto sembra andare in rovina


In questo mondo instabile tutto sembra andare in rovina ma non temere: la via di Dio è perfetta! Abbi fede.

La pace che supera l’intelletto


Resta tranquillo in presenza di Gesù e troverai quella pace che l’intelletto non ti può dare.

Non avere fretta con Dio


Prenditi tempo e calma per stare con Dio, non avere fretta! È il tuo investimento migliore. Anche Gesú lo desidera, per colmarti di grazie.

Guareschi: pensare con la matita


Fabio Trevisan, Giovanni Zenone e Gloria Mariotti parleranno del libro di quest'ultima "Pensare con la matita". L'impatto dell'esperienza del lager sullo stile grafico di Giovannino Guareschi.

I costi dello sterminio dei nostri figli


Pro Vita e famiglia ha presentato il Primo Rapporto sui costi della legge 194 per l'aborto. Un disastro annunciato. Cinque miliardi per darsi la zappa sui piedi. I costi economici di questa legge sciagurata sono comunque ben oltre quei soldi. Le conseguenze umane poi sono enormemente più terribili.

La bandiera arcobaleno di Giuda e i castighi di Dio


La “teologia di Giuda” ha una bandiera arcobaleno come suo simbolo, nell’illusione che Dio non punisca il peccato. Certo, Dio non manderà un nuovo Diluvio, ma i castighi di Dio saranno molto più terribili perché sono gli uomini stessi a farseli... Un brano illuminante da Maria Valtorta.

Riaprite le chiese!


Col pretesto della pandemia i preti hanno chiuso le chiese e le mantengono chiuse. Abbiamo bisogno di chiese aperte per visitare il Santissimo e di preti disponibili per ascoltare i nostri affanni e darci la Grazia di Dio.

Nessuno di loro è vero uomo e vero Dio

Sebbene molti, vantandosi della propria ampiezza di vedute, paragonino Gesù ad altre grandi figure del pensiero e della religione come Buddha, Confucio, Lao-Tzè e Socrate, nessuno di loro è vero uomo e vero Dio. Anzi, mentre tutti gli altri dicono di indicare la via, Cristo è la via: l’unica possibile via di salvezza. Per poterlo incontrare, occorre farsi umili e piccoli come bambini e lasciarsi amare da Lui.

Da "L'uomo di Galilea" di Fulton Sheen.

 

Standaert, Commentario alla Regola del nostro Padre San Benedetto, vol. 1 e 2

 



di don Giacomo Ruggeri

Ruminare.
Un verbo scomparso dalla grammatica del parlare comune.
Padre Benoît Standaert, monaco benedettino francese che vive nel monastero di Saint-André de Clerlande in Belgio, è consapevole che senza l’esercizio attivo, costante, persistente di tale verbo – ruminare – la vita monastica non sarebbe così diversa dalla vita dell’operaio, della casalinga, dell’impiegato.
Con la pregevole qualità delle edizioni Monasterium P. Standaert pubblica, in due volumi, il Commentario alla Regola di San Benedetto in versione italiana, a cura di fr. Andrea Oltolina e con la traduzione dal francese dell’oblata sorella Maria Elisabetta Pedrone delle Benedettine di Milano. 
P. Michele Di Monte ha reso possibile la pubblicazione con la casa editrice sopra citata.
Benedetto – scrive P. Standaert – ci parla sia in quello che dice, sia nel non-detto del suo testo così denso. Scrivere un commentario significa innanzitutto aprire il testo, o meglio, leggere, rileggere e da dare leggere, come colui che, aprendo con voi un sentiero nella foresta, vi offre l’accesso a una fonte di acqua fresca che sgorga dal fianco della montagna“.
Nel 1° volume sono commentati i Capitoli 1-20 della Regola.
Nel 2° volume sono commentati i Capitoli 21-73 della Regola.
È per me una grande gioia – evidenzia l’Autore – vedere la pubblicazione di questo Commentario alla Regola benedettina in versione italiana“.
Il linguaggio usato dall’Autore è accessibile a un vasto pubblico; per cui suggerisco vivamente la lettura e la meditazione di questi due volumi, perché la Regola di San Benedetto è quanto mai attuale.

recensionedilibri


Nagai testimonia la sua fede

 


Con un linguaggio colmo di affetto e tenerezza, il dottor Nagai testimonia la sua fede in Dio, mai venuta meno di fronte ai tragici fatti che hanno sopraffatto la sua vita, e trasmette valori come l’umanità, la solidarietà e il rispetto verso il prossimo.

Da "I figli di Nagasaki" di Takashi Nagai

Ci siamo spostati dopo 13 anni

Cari amici, era il 2 novembre 2009 quando prendevamo in mano questo blog e gli davamo una nuova vita, come "voce culturale ufficiale&q...