Un rapporto tra Credo e Scienza?

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"Invece che del rapporto tra Bibbia e Scienza, si dovrebbe quindi parlare del rapporto tra Credo e scienza. Così facendo, si renderebbe anche giustizia alla realtà storica del primo dei due rapporti. A prescindere dalle preoccupazioni che questo o quel Padre della Chiesa aveva verso la scienza, era il Credo che essi volevano difendere quando la conoscenza scientifica sembrava contraddire questo o quel passaggio biblico. E' proprio per la forza e la fermezza di quel Credo proposto dal Magistero che il confronto, nel Medioevo
cristiano, con la scienza di Aristotele non divenne una ripetizione della sconfitta musulmana di fronte alla ragione. Con il caso Galileo il Magistero della Chiesa ha potuto misurare il pericolo insito nel difendere il significato letterale di alcune espressioni bibliche, sebbene potesse essere compreso, sin da allora, che la verità di quelle espressioni era di pertinenza, in ultima analisi, dell'investigazione empirica (scientifica)".

(Tratto da: Stanley L. Jaki, Bibbia e scienza, pp. 152-153)

La Bibbia non contiene alcun significato scientifico; è questa la prima conclusione che emerge con forza dalla lettura di questa e di altre opere dello stesso autore. La peculiarità della scienza risiede nell’esprimere equazioni matematiche relative ai dati quantitativi della realtà. Lo scopo del testo sacro, invece, è quello di annunciare agli uomini le verità di fede. Tale opinione mette Jaki in contrasto con tutti coloro che hanno sostenuto una netta incompatibilità tra scienza e fede e, dall’altra parte, con chi ha voluto reperire nelle Scritture qualche conferma delle acquisizioni scientifiche. 

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