Un thriller tra Fede, nazismo magico e antichi manoscritti

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di Luca Fumagalli (Radio Spada)
Capita ormai sempre più di rado che la religione trovi adeguata espressione nella narrativa. La vis apologetica di tanti autori e studiosi cattolici, infatti, si concentra di preferenza nella forma del saggio, ignorando come la buona letteratura sia molto più capace di lasciare nei lettori un’impronta indelebile. Certo scrivere romanzi non è un mestiere semplice; tuttavia autori come Michael O’Brien – solo per citare l’esempio più illustre – hanno dimostrato che anche dopo gli anni Duemila è possibile dare vita a racconti pregni di cattolicesimo militante, senza per questo dover rinunciare alla qualità dell’intreccio e all’approfondimento psicologico dei personaggi.  

È proprio questo il caso de Il Codice Wagner, opera d’esordio dell’avvocato Laura Salvetti, un thriller avvincente e
ben scritto, appena pubblicato dalle edizioni Fede & Cultura di Verona.

Nel 1935 Heinrich Himmler ha sguinzagliato per mezza Europa alcuni fedelissimi del Dipartimento Ahnerbe alla ricerca dell’immortalità e della sapienza ancestrale. Occultismo, astrologia, esoterismo e alchimia si confondono nella mente di Himmler e di quelli che, come lui, vogliono fare del Reich germanico una nuova religione da sostituire al vecchio e decadente culto cristiano. L’SS Hugo Schuster, in particolare, è sulle tracce del Graal e della mitica Lancia di Longino: secondo la tradizione – che affonda le radici nell’ordine templare della Terrasanta – la combinazione dei due manufatti produrrebbe effetti miracolosi. La Santa Sede, decisa a evitare che i nazisti mettano le mani sulle preziose reliquie, ha affidato il delicato incaricato di ricerca al gesuita Padre Herbert Heyder, coadiuvato dal professor Hans Sachs – possessore del manoscritto originale dei Cantori di Norimberga di Wagner, fondamentale per le indagini – e dalla giovane paleontologa Eva. Ha così inizio un drammatica competizione tra le forze oscure e quelle luminose, una sfida destinata a cambiare per sempre il corso della storia.

Come ricorda Paolo Gulisano nella Prefazione del libro, Laura Salvetti si muove nei vicoli oscuri delle leggende nere, dei misteri arcani, dei presunti o veri segreti noti solo a pochi iniziati, per confezionare un thriller sotteso tra storia e immaginazione, tra realtà e fantasia, in cui i protagonisti si trovano presto coinvolti in una Cerca dal sapore squisitamente medievale. Ne Il Codice Wagner romanzo storico e romanzo di formazione si confondono, e le pagine riecheggiano i nomi di Tolkien, Lewis, Chesterton, Eliot e Corti; tutti quegli scrittori di cui la Salvetti è appassionata lettrice.  La lotta tra Bene e Male trova un riflesso anche nell’intima coscienza dei personaggi, costantemente in bilico tra salvezza e dannazione. Solo immergendosi nel mare delle circostanze – «Occorreva un’obbedienza assoluta al Reale», così sostiene padre Herbert – i protagonisti possono infine scoprire un eroismo che non sospettavano di possedere, infinitamente più grande delle loro evidenti debolezze.

Il Codice Wagner è dunque un romanzo da acquistare. Se non mancano le piccole ingenuità tipiche dell’opera d’esordio – soprattutto a livello di trama –, i punti di forza sono di gran lunga più numerosi. L’incedere incalzante degli eventi, la profonda erudizione dell’autrice e l’afflato apologetico donano al libro un’aura affascinante, alla quale è impossibile resistere.

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