Ecco l'orientamento da prendere: essere fedeli a Cristo, alla sua legge d'amore – amore verso tutti, anche verso chi ci è nemico – e, d'altra parte, essere pronti ad affrontare le difficoltà, non essere sorpresi o sconcertati se la nostra condotta non ottiene risultati positivi, anzi talvolta provoca ostilità da parte di chi, perfino nella nostra famiglia, non si comporta secondo i nostri principi
di Mons. Gino Oliosi
C'è un'espressione di Gesù, nel Vangelo di questa domenica, che attira ogni volta la nostra attenzione e richiede di essere ben compresa. Mentre è in cammino verso Gerusalemme, dove lo attende la morte di croce, Cristo confida ai suoi discepoli che si attendevano sempre risultati
C'è un'espressione di Gesù, nel Vangelo di questa domenica, che attira ogni volta la nostra attenzione e richiede di essere ben compresa. Mentre è in cammino verso Gerusalemme, dove lo attende la morte di croce, Cristo confida ai suoi discepoli che si attendevano sempre risultati
positivi alla sua sequela: "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione". E aggiunge: "D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera" (Lc 12, 51-53). Chiunque conosca minimamente il Vangelo Cristo, sa che è messaggio di pace e di fraternità per eccellenza; Gesù stesso, come scrive san Paolo, "è la nostra pace" (Ef 2,124), morto, risorto è sacramentalmente presente nella e attraverso la sua Chiesa, Suo corpo da risorto per abbattere il muro dell'inimicizia e inaugurare il Regno di Dio che è amore, fraternità vera, gioia e pace. Come si spiegano allora queste sue parole? A che cosa si riferisce il Signore quando dice di essere venuto a portare – secondo la redazione di san Luca – la "divisione", o – secondo quella di san Matteo – la "spada" (Mt 10,34)?
Questa espressione di Cristo significa che la pace che Egli è venuto a portare non è sinonimo di semplice assenza di conflitti. Al contrario, la pace di Gesù è frutto di una costante lotta contro il male contro la falsità. Lo scontro che Gesù è deciso a sostenere non è contro uomini o poteri umani, ma contro il nemico di Dio e dell'uomo, Satana in coloro che soccombono alla sua tentazione. Chi vuol resistere a questo nemico rimanendo fedele a Dio e al bene deve necessariamente affrontare incomprensioni e qualche volta vere e proprie persecuzioni. Perciò, quanti intendono seguire Gesù e impegnarsi senza compromessi per la verità devono sapere che incontreranno opposizioni e diventeranno, loro malgrado, segno di divisione tra le persone, addirittura all'interno delle loro stesse famiglie, delle loro stesse comunità. L'amore per i genitori, la venerazione addirittura anche se perdessero il senno infatti è un comandamento sacro, ma per essere vissuto in modo autentico non può mai essere anteposto all'amore di Dio e di Cristo cioè della verità. In tal modo, sulle orme del Signore Gesù, i cristiani diventano "strumenti della sua pace", secondo la celebre espressione di san Francesco d'Assisi. Non di una pace inconsistente e apparente, strumentale, ma reale, perseguita con coraggio e tenacia nel quotidiano impegno di vincere il male con il bene (Rm 12,21) e pagando di persona il prezzo che questo comporta.
La Vergine Maria, Regina della pace, ha condiviso fino al martirio dell'anima la lotta del suo Figlio Gesù contro il maligno, e continua, sempre presente con Lui, a condividerla sino alla fine dei tempi. Invochiamo la sua materna intercessione, perché ci aiuti ad essere sempre testimoni non di qualunque pace ma della pace di Cristo, mai scendendo a compromessi con il male, con la falsità.
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