Amano la morte perché la loro vita è brutta

di Lorenzo Penotti
Si conosce ormai, perché gli islamici lo dicono apertamente, quale sia la loro forza. "Noi amiamo la morte quanto voi amate la vita". I cretini politici, giornalisti ed ecclesiastici che non capiscono questo continueranno, finché verrà loro tagliata la gola, a pensare che gli islamici siano come noi. Non lo sono, come gli orchi de Il Signore degli anelli non sono bellissimi elfi o pacifici hobbit. Sono cresciuti in un ambiente senza amore, con un padre e molte donne, dove regna la violenza all'interno della famiglia, dove le donne sono violate, umiliate. Vivono nella bruttezza, nella puzza e nello squallore, per cultura. Sono proprio brutti anche
loro, basta vedere le foto dei terroristi di Parigi per sincerarsene. Sono attratti e affascinati dall'occidente bello, scintillante, attraente, ma al contempo lo disprezzano perché vedono che è corrotto. Sono fortemente attratti dalle donne occidentali disinibite, svestite, e al contempo le odiano perché suscitano in loro pulsioni irresistibili che li spingono a violentarle e a umiliare ancora di più le proprie donne. Le loro donne però le vogliono coperte, umiliate, e si dibattono tra pulsioni e precetti religiosi. La loro vita è insomma brutta, squallida senza speranza. L'unica speranza è il paradiso per soli uomini, dove avranno un gran numero di donne occidentali ragalategli da usare a loro piacimento. Con la differenza che quel paradiso è secondo i precetti della loro religione, mentre qui non se lo possono permettere per nessuno motivo. Insomma, la loro idea di paradiso è una sorta di Occidente pieno di donne occidentali disponibili, a differenza dell'Occidente di questo mondo in cui le donne provano schifo per gli orchi. Qual è la soluzione per fronteggiare questi orchi che hanno quindi come unico desiderio di uccidere, distruggere, violare credendo che il lodo dio (che non sia per caso il demonio?) dia loro un premio nell'aldilà? La soluzione solo umana è quella che mise in atto Roma con Cartagine. La soluzione cristiana è quella dell'evangelizzazione per convertirli, non certamente l'accoglienza incondizionata, inconsulta, suicida che sentiamo nelle frasi del papa, di vescovi e preti che hanno perso fede e identità, quella fede e identità che per molte volte riuscirono con i giusti strumenti, cioè la preghiera e la guerra, a fermare l'orda di orchi islamici nei secoli passati. Sono infatti sempre di più i musulmani che si convertono ma che con questo rischiano la vita, ammazzati dai propri stessi parenti, non aiutati nemmeno dalla stessa chiesa che ha perso slancio missionario.

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