Monti: una nuova manovra? Se ci sono io, non servirà

di Danilo Quinto
Dopo aver destinato l’importo della tassa IMU al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena – dalle cifre che fanno i giornali sembra, però, che i 3,9 miliardi rappresentino un quarto del necessario – il Presidente del Consiglio per gli affari correnti, non candidato, perché non ha rinunciato allo stipendio di senatore a vita, ma ispiratore della Lista Civica al Senato e della coalizione con UDC e FLI alla Camera, fa sapere gli sgravi che intenderebbe operare. Sull’IMU, aumenta la
detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e quella per figli e anziani soli da 100 a 200 euro. Sull’IRAP, dal 2014, si vuole escludere il monte salari dalla base imponibile. Sull’IRPEF, si aumentano le detrazioni per i carichi familiari e si riducono le prime aliquote dall’altro. Oltre ad altri sgravi settoriali, Monti promette che solo se ci sarà lui non occorrerà una nuova manovra fiscale. Di almeno 15 miliardi, a causa di previsioni che fonti autorevoli stimano errate e che riguardano il finanziamento delle missioni militari all’estero e la questione che riguarda la sopravvivenza delle persone: gli ammortizzatori sociali. Non una parola, invece, sulla questione degli esodati e dei contributi “silenti”, pari, secondo le stime, a più di 10 miliardi, che sono ora nelle casse dell’INPS (gestione separata) e che riguardano lavoratori para-subordinati, già versati e sottratti dalle buste paga, che dovrebbero essere a questi restituiti, se fossimo in uno stato di diritto. Intanto, il “salvatore della Patria” si propone come panacea di tutti i mali del Paese. Un Paese allo stremo, nel quale la dignità della persona umana viene calpestata giorno dopo giorno. Se invece di tante parole, si facesse spazio al silenzio, in questa campagna elettorale, sarebbe un bene per tutti, soprattutto per chi alle parole non è solito dare più nessun significato.

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