“Miei carissimi fratelli – scriveva il Vescovo Santo Francesco di Sales ai suoi preti – vi scongiuro di dedicarvi con tutta serietà allo studio; perché la scienza è per un prete come l’ottavo sacramento e alla Chiesa accaddero le più grandi sventure, quando l’Arca santa si trovò in altre mani, che non fossero quelle dei suoi preti. È per questo che la nostra miserabile Ginevra poté prenderci alla sprovvista: ciò fu
allorquando s’accorse della nostra sciocca ingenuità, che cioè noi non stavamo punto in guardia e ci accontentavamo di recitare il breviario senza pensare ad accrescere la nostra scienza. I protestanti ingannarono la semplicità dei nostri padri e di quelli che ci precedettero… E così mentre noi dormivamo, il nemico seminò la zizzania nel campo della Chiesa e insinuò l’errore che ha portato la divisione negli animi e messo il fuoco della discordia in tutta la contrada… Poiché dunque la Provvidenza mi ha fatto vostro Vescovo, vi esorto a dedicarvi con tutta lena allo studio, affinché istruiti e di vita intemerata, siate irreprensibili e pronti a rispondere a quanti vi interrogheranno sulla fede”.
Vissuto a cavallo tra due secoli, il Cinquecento e il Seicento – ha detto di San Francesco di Sales, Benedetto XVI nell’udienza del 2 marzo ’11 - raccolse in sé il meglio degli insegnamenti e delle conquiste culturali del secolo che finiva, riconciliando l’eredità dell’umanesimo con la spinta verso l’assoluto propria delle correnti mistiche, per poi concludere, nella stessa occasione: “in una stagione come la nostra che cerca la libertà, anche con violenza e inquietudine, non deve sfuggire l’attualità di questo grande maestro di spiritualità e di pace, che consegna ai suoi discepoli lo “spirito di libertà”, quella vera, al culmine di un insegnamento affascinante e completo sulla realtà dell’amore. San Francesco di Sales è un testimone esemplare dell’umanesimo cristiano; con il suo stile familiare, con parabole che hanno talora il colpo d’ala della poesia, ricorda che l’uomo porta iscritta nel profondo di sé la nostalgia di Dio e che solo in Lui trova la vera gioia e la sua realizzazione più piena”.
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