Così sorsero i Monasteri

di Danilo Quinto
“(…) Visse così quasi vent’anni, conducendo da solo questa vita ascetica, senza mai uscire, senza mai farsi vedere da qualcuno. Poi, molti che desideravano imitare la sua condotta ascetica, e altri suoi conoscenti, si recarono da lui. Abbatterono con forza la porta ed Antonio andò loro incontro come un iniziato esce da un recesso, ispirato da Dio. Allora, quelli che erano andati da lui per la prima volta, lo videro
fuori del fortino. Si stupirono nel vedere che il suo fisico era sempre lo stesso, non ingrassato né dimagrito per i digiuni e le lotte con i demoni. Era, insomma, come l’avevano visto prima del ritiro dal mondo. Il suo spirito era puro; non appariva né triste né gioioso, non era scosso né dal riso né dalla mestizia, neppure si turbò davanti a tanta folla, né fu visto gioire perché era salutato da tante persone. Rimase sempre padrone di sé; si lasciava guidare dalla ragione, sempre con animo pieno di equilibrio.
Molti dei presenti, che erano ammalati, furono guariti dal Signore per mezzo di lui, altri furono liberati dai demoni. Il Signore diede ad Antonio il dono della parola e così egli poté confortare molti che erano tristi, riconciliò altri che erano in lite, esortò tutti a non anteporre all’amore per Cristo nessuna delle cose della terra. Parlando, ricordava i beni futuri e l’amore che Dio ha per noi: «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi» (Rm 8,32). Persuase molti a scegliere la vita solitaria. Sorsero così sui monti i monasteri e il deserto fu abitato dai monaci che abbandonavano le proprie cose e si iscrivevano a questa celeste istituzione”.

Sant' Antonio Abate (Qumans, 251 circa – deserto della Tebaide, 17 gennaio 357), fu un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. La sua vita è stata tramandata dal suo discepolo, Atanasio di Alessandria.

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