Un caffè con… Gaetano Quagliariello

di Danilo Quinto
Gaetano Quagliariello, Presidente vicario dei senatori del PDL, spiega a Sky perché si sta per candidare di nuovo con le lista di Berlusconi. Ha risposto così al giornalista che gli chiedeva “Lei sarebbe stato più volentieri con Monti che con Maroni?”: “Sarei stato più volentieri con Monti che con Maroni, se Monti avesse fatto un appello a tutti i liberali per
rinnovare il popolarismo europeo e avesse fatto un appello a tutto il PDL, se avesse avuto il coraggio di rischiare di battere Bersani e la sinistra”.

Non comprendiamo cosa significhi l’espressione “rinnovare il popolarismo europeo”, ma a parte questa considerazione, è il secondo appello che è veramente impossibile da interpretare. Ce lo siamo persi? Non è stato Berlusconi l’autore dell’appello a Monti per diventare leader del centrodestra? Non è stato Monti a dire no a Berlusconi? Quagliariello, in sostanza, dice: è responsabilità di Monti se io mi trovo ancora con Berlusconi e con Maroni. Qualcuno l’ha costretto? Se Quagliariello avesse voluto candidarsi con Monti, Vezzali e Fini, nessuno glielo avrebbe impedito. Perché non l’ha fatto? Era affollata la lista Monti? Che ci sta a fare allora con Berlusconi? Per necessità? Per mancanza di alternative? 
Dopo aver promosso la manifestazione di “Italia Popolare”, che preludeva all’abbraccio con Monti, Quagliariello, Sacconi e Roccella sono ancora con Berlusconi, magari turandosi il naso, come ebbe a dire Montanelli per il voto alla Democrazia Cristiana. In quel caso, però, si trattava di voto. In questo caso, di accettare un’alleanza politica con la Lega di Maroni. Ma, si sa, Berlusconi riserva sempre sorprese e può darsi che in questo caso, fino all’ultimo giorno utile, tenga conto della nostalgia di Quagliariello e lo tolga dall’imbarazzo.

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