L’aureola di Monti


di Danilo Quinto
Piangono i cattolici (alcuni) per le dimissioni di Monti, annunciate ma non ancora date. Un dato, questo, senza precedenti nella storia costituzionale e democratica del nostro Paese.
Il titolo di “Avvenire”: “Ecco uno che ci rispetta davvero”. Il direttore Tarquinio, ha scritto: “Rispetto del Paese, delle
regole e, nel suo senso più alto (e, di questi tempi, mortificato) della politica. Rispetto vero per i suoi concittadini, quelli a cui si deve sempre dire la verità”. Monti, per Tarquinio, avrebbe chiarito “ai cultori di politiche miopi e cialtrone, ammesso che siano in grado di intenderlo, che non è vero che il potere logora chi non ce l’ha e che non tutti pensano che tirare a campare è meglio che tirare le cuoia”.
Radio Vaticana ha intervistato il Presidente di Azione Cattolica, Franco Milano. “C’è rammarico – ha detto – perché ancora si poteva lavorare a stabilizzare la situazione per poi preparare le elezioni e fare una nuova legge elettorale”.
A questi cattolici che piangono, ci permettiamo di dire che non basta andare a Messa tutte le domeniche per interpretare i bisogni reali dei cittadini e per interessarsi (non usiamo il verbo amare, perché non vogliamo pretendere troppo) del prossimo. Un terzo degli italiani è in una situazione di povertà. Le famiglie non hanno visto varare un solo provvedimento a loro favore. Non c’è stato nessuna misura che abbia assicurato lo sviluppo e la crescita. Di che cosa parlano questi cattolici? Solo dei disegni di potere che sono nati a Todi?

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