La battaglia di Madrid

di Danilo Quinto
Mentre il Presidente del Consiglio italiano rassicura tutti (“i risultati dell’azione del Governo sono lenti, ma costanti”), rivendica la necessità che l’Italia, rispetto alla crisi, ce la faccia da sola (“una cosa è raggiungere gli obiettivi che ci siamo fissati in base alle nostre forze, altra sarebbe chiedere aiuti all’esterno”) e lancia un appello a tutte le forze politiche di adesione all’Unione europea (che non si sa più che cosa rappresenti, né economicamente né, tantomeno,
politicamente), centinaia di migliaia di persone manifestano in ottanta città spagnole contro il piano dei tagli varato dal Governo. Barricate per le strade, cassonetti bruciati, pallottole di gomma sparate dalla polizia. Una rivolta, insomma. Che centra Roma con Madrid, si dirà. Centra, centra. La crisi spagnola ha connotati molto simili a quelli italiani – soprattutto per quanto riguarda la vessazione alla quale viene sottoposto il cosiddetto ceto medio e l’impoverimento sempre più cospicuo di una parte assai consistente della popolazione - e in Italia si possono avere a breve esiti analoghi. Solo chi sembra vivere sulla luna, può non accorgersi di quanto sta avvenendo nel nostro paese. Esiste una diseguaglianza sociale di enormi proporzioni, con una famiglia povera su dieci (dati dell’ultimo rapporto ISTAT), che rischia di determinare conseguenze devastanti. O si interviene con strumenti eccezionali e strutturali a sostegno dei più bisognosi e dei territori maggiormente colpiti dalla crisi o è facile prevedere che nell’arco di qualche mese l’Italia si troverà in una situazione peggiore di quella spagnola, checché ne dicano coloro che sono solo preoccupati dei dati dello spread e non della vita delle persone. Ma i cattolici presenti nel Governo non hanno proprio nulla da dire e da fare?

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