Il Papa e i Cardinali

di Giovanni Cavalcoli
Nelle vicende della Chiesa di oggi, nelle quali assistiamo con frequenza a interventi di Cardinali che si alternano a quelli del Papa o comunque del Magistero, in una diversità di posizioni a volte contrastanti, credo non sia male ricordare qual è l’aspetto istituzionale del rapporto fra Papa e Cardinali e, in base a questo criterio, provare a esprimere un modesto ma sincero e filiale parere su certi fatti che stanno avvenendo nella Chiesa, dove questi alti personaggi sono coinvolti, sia per riconoscere i lati belli e sia per valutare, con tutto rispetto, quello che ci pare il negativo.
Oggi esistono nella Chiesa - nessuno lo può negare - due tendenze: una di maggioranza, più legata all’ambiente dei
vescovi, ma non coincidente con il Magistero simpliciter, vicina al potere politico, quindi molto influente, convinta di proseguire la riforma del Concilio Vaticano II. Essa conduce un’attività discretamente tranquilla nell’ordinaria organizzazione e governo dell’attività ecclesiale, con sguardo sostanzialmente ottimista circa la situazione della Chiesa, senza troppi problemi. 
Ed esiste un’altra tendenza, minoritaria, ma che si fa sentire il più possibile, agitata, pungente, scandalistica, estremamente preoccupata, con una visione catastrofica ed apocalittica, sempre intenta a vedere quello che (a suo giudizio) non va, quasi siano giunti i tempi dell’apostasia finale e dell’Anticristo, di cui parla S. Paolo, e si profilino terribili castighi divini per il diffondersi di un’impressionate corruzione morale e il dilagare dell’eresia a tutti i livelli, dal Papa, ai Cardinali e dal Concilio a tutti i teologi, moralisti ed esegeti sino a parroci, ai maestri elementari ed alla suorina del catechismo o al gruppo parrocchiale.
Dovrebbe essere chiaro che queste due correnti, per quanto tengano a considerarsi cattoliche e in gran parte lo siano, in realtà, in varia misura, non lo sono pienamente e costituiscono un elemento di disturbo e di offuscamento della sana dottrina, tanto che in certi casi estremi si dovrebbe parlare di scisma, di eresia e di apostasia.
Chi ha ragione fra queste due correnti? Come spesso accade nei fenomeni di massa, nessuna delle due. L’una, di tendenza modernista; l’altra, di tendenza lefebvriana, perché i fenomeni di massa sono solitamente faziosi, parziali ed ideologici, anche nella Chiesa, dato che anch’essa ha un aspetto umano di miseria e fallibilità, dal Papa fino all’ultimo dei catechisti parrocchiali.
Ma il Papa con i Cardinali che cosa fanno in questa situazione? Quale sarebbe o qual è la loro funzione istituzionale, voluta da Dio? Che via stanno battendo? Riescono a padroneggiare la situazione? Dove ci stanno guidando? Quali provvedimenti stanno prendendo? I Cardinali sono tutti fedeli al Papa? Sono vere “colonne”, cardini della Chiesa? O c’è qualcuno che rema contro? Che linea stanno seguendo? Ma, prima di tutto e soprattutto, qual è il loro compito istituzionale?
Sembra che le potenze dell’inferno stiano scuotendo lo stesso collegio cardinalizio. Da tempo girano rivelazioni credibili di pii veggenti, che parlano di “Cardinali contro Cardinali”. È forse questo il contenuto non rivelato del terzo segreto di Fatima? Difficile dirlo.
 Ricordiamo, al riguardo, le considerazioni e i sospetti forse non del tutto prudenti avanzati a suo tempo dal giornalista Antonio Socci nei confronti del Cardinale Bertone, quando egli decise di rivelare il terzo segreto. La riposta del Cardinale però, non parve del tutto soddisfacente, perché, come si può desumere dagli argomenti di Socci, resta qualche timore che in realtà non tutto sia stato rivelato, non tanto per un’impensabile menzogna del Vaticano, quanto piuttosto, così sembra, perché Papa Giovanni che lesse il messaggio, non lo ritenne autentico, ossia soprannaturalmente ispirato. Infatti anche nelle rivelazioni private autentiche, quale fu certamente il messaggio di Fatima, possono inserirsi elementi spuri o comunque solamente umani.
 Ma anche un Papa può sbagliare in queste cose per carenza di discernimento, perchè non si tratta di materia di fede, dove il Papa è infallibile. Sta di fatto che purtroppo, dall’epoca del Concilio dal collegio cardinalizio non ci vengono sempre segnali di quell’esemplare ortodossia che dovrebbe brillare incontaminata nelle dichiarazioni dei Prìncipi della Chiesa, per cui in alcuni membri famosi e pur valorosi del sacro Collegio abbiamo purtroppo dovuto sentire frasi infelici o infelicissime, speriamo isolate o incidentali. Il cardinalato certo non è di istituzione divina, ma è un espediente umano, per quanto rispettabile, ed ha solo origini medioevali, allorché l’attività del Papa, che si estendeva ormai sull’intera Europa, divenne più complessa e si sentì il bisogno di prendere spunto dalla corte dei grandi regni del tempo, creando un collegio di immediati e potenti collaboratori.
 I vescovi dal canto loro certo restavano i collaboratori naturali del Papa, anzi costoro per divina istituzione. Senonchè, però, si erano moltiplicati in tutta Europa e, considerando anche i lenti e scomodi mezzi di comunicazione di allora, era impensabile averli tutti a porta di mano negli affari quotidiani a volte urgenti della Chiesa. D’altra parte non tutti i vescovi potevano avere quelle speciali qualità di essere immediati collaboratori del Papa nell’abilità diplomatica, nel prestigio, nella dottrina e nel governo della Chiesa.
Il Cardinale certo doveva essere un vescovo, ma di necessità un vescovo dotato di speciali qualità, abilità ed incarichi, nonché di notevoli risorse finanziarie per le opere della Chiesa, sotto la direzione diretta del Papa. Così accadeva che certi cardinali, a volte per ambizione, appartenessero a potenti famiglie nobili con una grossa entratura politica. 
Ma ciò comportò verso il secolo XIV, fino al XVI, anche una grave decadenza della spiritualità cardinalizia, col triste fenomeno del nepotismo, che vide, com’è noto, esser fatti cardinali in certi casi addirittura dei ragazzi, solo perché erano parenti del Papa. Non tutti erano dei san Carlo Borromeo. Ciò suscitò la giusta ribellione di Lutero, il quale però, com’è noto, passò ogni giusto limite scagliandosi contro lo stesso istituto del cardinalato e addirittura contro lo stesso sacramento dell’Ordine nei suoi gradi gerarchici, passando completamente dalla parte del torto.
Così con il Concilio di Trento si ebbe una notevole riforma della Curia romana; sorsero, in seguito, soprattutto a partire dal secolo XVII, i dicasteri della S. Sede, ognuno dei quali affidato ad un Cardinale.
La bufera luterana coinvolse, così, in un’indiscriminata e  feroce condanna, il papato, il cardinalato e l’episcopato, anche se aveva qualche buona ragione nella critica ad un papato e un cardinalato attaccati al lusso, alle ricchezze e al potere politico. Il Concilio di Trento mantenne l’istituto del cardinalato rialzandone la preziosa dignità e rendendolo più soggetto al governo del Papa come vero sussidio e sostegno dell’attività dottrinale e pastorale del Successore di Pietro. Il cardinalato tornò ad accordarsi pienamente con l’ideale della santità. 
Di nuovo però il collegio cardinalizio conosce nei secoli XVI-XVII un periodo di potenza e di apparente splendore, che però non brilla per la spiritualità, ma per i legami con i grandi regni del tempo. Pensiamo solo ai cardinali Richelieu e Mazzarino o ai grandi cardinali spagnoli.
Le figure più luminose della storia del cardinalato sono legate alla santità e all’appoggio da esso dato alle grandi imprese del papato, non solo nel potere temporale, ma anche soprattutto nel governo della Chiesa e nella promozione dei suoi istituti, come l’appoggio dato alla nascita di nuovi Ordini, si pensi per esempio al ruolo svolto dal Cardinale Ugolino nella fondazione degli Ordini Domenicano e Francescano o i Cardinali santi dottori come S. Bonaventura o la parte di grandi figure di cardinali nella soluzione dello scisma di Occidente nel sec. XV o il Card. Gaetano nella lotta di Leone X contro Lutero o il Card. Bellarmino nella vicenda di Galileo, il Card. Zigliara e il Card. Gonzalez nel sostegno dato a Leone XIII nel sec.XIX per la rinascita del tomismo, il Card. Mercier nella fondazione della Scuola di Lovanio nel secolo XIX, il Card. Merry del Val nel sostenere e consigliare S. Pio X nella lotta contro il modernismo, il Card. Gasparri nella stipulazione dei patti lateraranensi, il Card. Casaroli nella collaborazione col Beato Giovanni Paolo II per lo scioglimento dell’URSS.
Invece, un segno conturbante e doloroso di divisioni dottrinali all’interno del collegio cardinalizio si è avuto col Concilio e l’immediato postconcilio nel contrasto tra la linea progressista dei Döpfner, König, Willebrands, Suenens, Frings, Bea, Liénart, Lercaro, Colombo, Daniélou, De Lubac, Congar e la corrente conservatrice dei Siri, Journet, Parente, Pizzardo, Ciappi, Hamer, Browne, Ruffini, Florit, Bacci, Ottaviani, Baggio. 
Purtroppo il progressismo nascondeva venature di modernismo e un certo conservatorismo miope e irragionevolmente rigido sfociò nel lefebvrismo. Oggi soffriamo ancora degli sviluppi di questa amara e scandalosa divisione, senza che si riesca, per ora, a trovare il modo di venirne a capo. L’ideale sarebbe una vera attuazione del Concilio nel suo vero significato, per il quale si ha una conciliazione di progresso e tradizione, ma sono talmente ostinati i fraintendimenti e le opposizioni, che ormai siamo sotto il fuoco di fila di questi due partiti opposti, servi del dia-bolos, il divisore, che stanno lacerando la Chiesa, spaventando e turbando il normale popolo di Dio che non chiede altro che passare giorni tranquilli nel compimento dei propri doveri cristiani sotto la guida del Papa e del Magistero. Occorre che i buoni a tutti livelli, dai cardinali ai catechisti parrocchiali, resistano con pazienza e si facciano sentire, anche se in pochi e sotto il tiro delle opposte fazioni.
 Finora, dall’immediato postconcilio, si sono avvertite poche voci di cardinali valorosi e fedeli, in mezzo ad altre dissonanti e stonate, ma pare che finalmente essi comincino a farsi sentire perché non se ne può più. Ecco allora, grazie a Dio, voci eminentissime come quelle del Card. Ratzinger, del Card.Tonini, del Card. Scola, del Card. Biffi, del Card. Caffarra, del Card. Schönborn, del Card. Müller, del Card. Burke, del Card. Aguilar, ingiustamente perseguìto dal partito degli omosessuali. E vogliamo e speriamo che queste voci aumentino accanto al Papa, insieme col Papa, sotto il Papa, per il vero bene della Chiesa, delle anime e dell’umanità.

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