Il timore di Dio

di Danilo Quinto
Le bombe che hanno massacrato a Brindisi ragazze e ragazzi che si recavano a scuola, esemplificano più di ogni altra cosa quel che manca alla nostra modernità: il timore di Dio.
Oggi, guardiamo agli uomini e non vediamo Dio e abbiamo persino perso il significato etimologico del termine empietà. Gli empi sono coloro che non nutrono devozione verso la divinità. Coloro che vivono ed operano senza timore di Dio, curando
solo i loro desideri mondani, come avverte San Paolo. Solo la pietà, che è l’esatto contrario dell’empietà, può consentire all’uomo di accorgersi di chi soffre, di chi è solo e abbandonato, di chi vive in povertà, di chi subisce ingiustizie, del bambino che fa domande su tutto e si meraviglia di tutto, al quale non sappiamo più dare più risposte, noi che non conosciamo più neanche lo stupore e la meraviglia, che ripudiamo e calpestiamo la bellezza di quel che ci è stato donato: la nostra vita e le vite degli altri. Attraverso l’amore nei confronti di Dio, si può riuscire ad amare il prossimo e a non dare dispiaceri a chi si ama. Diceva il Santo Curato d’Ars: “Verrà un giorno in cui gli uomini saranno così stanchi degli uomini, che basterà parlare loro di Dio per vederli piangere”. È una consolazione rispetto a tutto quel che di bestiale e di demoniaco accade.

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