Il Papa cita il libro di Giovanni Zenone

di Giovanni Zenone
Rileggendo l'omelia di Papa Francesco del 18 novembre 2013 mi rendo conto che non solo ha letto e citato il capolavoro di Robert Hugh Benson "Il Padrone del mondo" da noi pubblicato, ma anche il mio proprio libro best-seller "A sinistra di Dio". Quando il Papa infatti parla del pensiero unico progressista e globalista di marca adolescenziale cita quasi pari pari alcuni brani del mio libro che riporto qui di seguito. Con buona pace dei rifiuti clericali (quasi tutti in posti di potere) indietro di 50 anni coll'orologio della storia che ancora si abbeverano e danno da bere ai loro ignari fedeli le acque putrescenti dell'ideologia.

Dal volume "A sinistra di Dio" pp. 88-89
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Sarebbe ora superfluo continuare l’esposizione dell’origine del laicismo indicato come sinistra in quanto categoria antropologica. È utile però ricordare che l’opzione contro la verità, per il sentimento, contro la ragione e contro ogni forma di autorità, financo quella della realtà, ha radici sì diaboliche, ma anche il diavolo si serve di cause umane. Il blocco nello sviluppo della conoscenza a livello del solipsismo cartesiano e kantiano, la chiusura nel proprio egoismo, la disobbedienza elevata a sistema di vita, la volontà autonomista e perciò rivoluzionaria che tende a soppiantare la verità con la propria volontà, sono certamente tutte derive del peccato originale, ma hanno anche una ragione psicologica semplice: tale coacervo di assurdità somiglia in modo sorprendente alla vitalità contraddittoria

dell’adolescente. Egli non è ancora né carne né pesce, ma se si prendono sul serio le cose che dice, dimenticando che sia un adolescente, si va a rischio di prenderlo troppo sul serio. La sinistra, il laicismo, con tutte le caratteristiche sopra descritte è precisamente l’adolescenza elevata a sistema. È ribellione, volontà di non sottomettersi a chicchessia, che assume indebitamente valenza di pensiero. Se le impuntature di un adolescente vanno prese con le pinze, senza considerare troppo quello che dice nel suo contenuto logico (altrimenti si dovrebbe castigare ad ogni piè sospinto), non si capisce per qual motivo si dovrebbero prendere sul serio le stesse identiche impuntature espresse da personalità mai sviluppate dal punto di vista della maturità psicologica. Non è un caso che la manifestazioni della sinistra acquistino sempre forme e fogge tipiche dell’adolescenza: abiti e cura del proprio aspetto provocatori e a volte volutamente repellenti o autolesionisti, disobbedienza spacciata per virtù (don Milani docet, purtroppo!), femminismo, dissenso sulle questioni nelle quali non può esistere dissenso, come in quelle dogmatiche), viltà unita a sbruffoneria (gran proclami e fuga dalle situazioni pericolose, come le missioni militari di pace), uso egoistico della sessualità (contraccezione, pornografia, prostituzione, autoerotismo) e irresponsabilità (aborto, eutanasia, esperimenti sugli esseri umani, peccato mortale compiuto nella vana speranza che Dio perdoni - o meglio, approvi! - senza che ci si penta). Il soggettivismo cartesiano, l’irresponsabilità fantasiosa hegeliana, l’invidia marxista, l’ingenuo progressismo positivista, il bieco materialismo di molte correnti filosofiche sinistre e laiciste, altro non sarebbero che un blocco psicologico, un arresto nella crescita che abbisogna di cure a base di sano amore umano e divino. Il pensiero utopico è l’adolescenza per eccellenza elevata a pensiero, ma, come per l’adolescenza stessa, scaturisce dalla mancanza di capacità di affrontare in modo adulto delle situazioni conflittuali. La conseguenza è la fuga in avanti in un futuro che non c’è, al quale si sacrifica il presente, tipico nell’ideologia progressista e nel marxismo: “in realtà, questa è una filosofia disumana. L’uomo che vive nel presente viene sacrificato al moloch del futuro - un futuro la cui effettiva realizzazione rimane almeno dubbia” (Benedetto XVI, Deus Caritas est (n. 31), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2006, pp. 73-74).
La sinistra come malattia dell’adolescenza elevata a sistema di pseudo-pensiero si vede in particolare nell’isterico odio contro l’autorità, contro la paternità, perché il padre è l’archetipo dell’autorità, e quindi infine contro Dio. 

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