Quali erano i pensieri di Maria mentre Gesù veniva messo in croce?

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Mentre Gesù si avviava alla crocifissione, quali erano i pensieri che tormentavano Maria? Li ricostruisce Ferdinando Rancan in La Madonna racconta. Confidenze della Vergine Maria ai suoi figli (Fede e Cultura) confrontando diverse fonti che ricostruiscono la vita della Vergine e ne interpreta lo stato d’animo.
La Madonna è sempre molto lucida nonostante l’accanimento nei confronti del figlio. Mai un cenno di reazione, né lacrime nei momenti drammatici della Passione. Si rivela così’ una donna estremamente forte e misericordiosa. 
"Perché questo accanimento?" - Gesù è ormai prossimo alla croce. Il suo volto è una maschera di sangue. «Ma perché quelle labbra tumefatte, quegli occhi gonfi, perché quelle membra così scarnificate? – si domanda Maria, secondo la ricostruzione di Rancan – Figlio mio, che male hanno trovato in te i tuoi crocifissori per condannarti a un supplizio così crudele e infamante? E perché tutto questo accanimento, questa ferocia, questa crudeltà? Erano questi i pensieri e le domande che sentivo martellare dentro il mio cuore quando me lo vidi davanti».
La VeronicaMaria è come bloccata, disperata. «Le uniche parole che seppi dirgli furono: “Figlio mio, figlio mio, figlio mio!”. E non osai toccarle quelle piaghe. Era come se volessi nascondere l’amore di Dio per gli uomini o profanare il dolore dell’uomo fatto proprio da Dio. Tuttavia Dio stesso mi liberò da questo dubbio angoscioso: con un gesto commovente e squisitamente materno, una donna, elegantemente vestita, uscì dalla folla, si avvicinò a Gesù, depose delicatamente sul suo volto un candido lino che si inzuppò del sangue e dell’essudato di quel viso martoriato».
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"Figlio Mio" - Ora su quel lino si era riprodotto non il viso di Gesù, ma «il suo dolore, il suo amore, la sua infinita bontà. Avrebbe voluto regalarlo a me, ma forse, pensando che quel ritratto avrebbe prolungato il mio dolore, si trattenne, e rientrata tra la folla, lo consegnò a Maddalena. Quel grido: “Figlio mio…” che riuscii a pronunciare ebbe da parte di Gesù, come risposta, uno sguardo dolcissimo che voleva dire: “Grazie, madre mia, di essere qui. Raccogli intorno a te i miei discepoli…”».
Sotto la Croce - Terminato il rito crudele della crocifissione («Dio mio! Quei colpi! Quei chiodi! Quel sangue…! Erano colpi di spada al mio cuore di madre»), terminato dunque quel rito, la Madonna si avvicina alla croce di Gesù. «C’erano con me Miriam, Salome, l’Apostolo Giovanni, e Maddalena. C’era anche Giuseppe D’Arimatea che fu l’unico a poter assistere da vicino alla crocifissione con l’intento anche di alleviare in qualche modo le sofferenze e i maltrattamenti verso Gesù. Fu lui che durante i colpi sui chiodi che trafiggevano mani e piedi di Gesù, lo udì mormorare: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!”».
La reazione di GiuseppeFurono queste parole di Gesù, osserva Maria, che «bloccarono tutti i moti di sdegno e quasi di vendetta che Giuseppe a malapena soffocò in cuor suo. E quando, quasi subito, venne a raccontarci e a descriverci tutte le operazioni alle quali aveva assistito, mostrò un certo disappunto nel sentire Gesù invocare il perdono».
Nessuna lacrima - Quelle parole fecero breccia anche nel cuore della Vergine e «mi impedirono di versare lacrime, unica fra tutti i presenti, a capire che, con la sua passione e morte sulla croce, Gesù ci ha ottenuto dal Padre il perdono dei peccati, “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. Ora – si chiede Maria – potevo io con le mie lacrime rinnegare la preghiera di Gesù, dal momento che tutta la mia vita era stata un’unica preghiera con la sua?».
Il perdono - Dopo aver visto morire il figlio in Croce, la Madonna fa una riflessione. «Il perdono! Figlio mio, quanto è difficile per noi creature perdonare veramente! Gesù ci insegna e ci ha detto di perdonare di cuore ai nostri avversari. Non soltanto perdonare con l’intelligenza, cercando le motivazioni umane per giustificare in un certo senso, l’operato di coloro che ci hanno fatto del male; perdonare non solo con la volontà, lottando sinceramente per scacciare dal cuore moti di vendetta, di risentimento, o di rivolta contro di loro». E nemmeno perdonare solo con i sentimenti, «quei moti istintivi o anche duraturi che nascono dentro di noi per giudicare, per criticare questi fratelli che ci hanno trattato male. Perdonare di cuore – conclude Maria – vuol dire amare chi ci ha fatto del male, amarli pregando per loro».
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