I santi, testimoni della Verità

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"Quando, infatti, la coscienza umana è 'riconciliata', quando è nella pace profonda? Quando essa è nella Verità. [...] Che cosa significa 'riconciliare la coscienza degli sposi con la verità del loro amore coniugale'? Quando i suoi contemporanei chiesero a Cristo se fosse lecito al marito ripudiare la moglie, Egli rispose richiamandosi “al principio”, cioè all’originario progetto del Creatore sul matrimonio. Anche voi, che in quanto sacerdoti operate nel nome di Cristo, dovete mostrare agli sposi che quanto è insegnato dalla Chiesa sulla procreazione

responsabile non è altro che quell’originario progetto che il Creatore ha impresso nell’umanità dell’uomo e della donna che si sposano, e che il Redentore è venuto a ristabilire. La norma morale insegnata dall’Humanae vitae e dalla
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Familiaris Consortio è la difesa della verità intera dell’amore coniugale, poiché di questo amore esprime le 
imprescindibili esigenze.Voi ben sapete che spesso la fedeltà da parte dei sacerdoti - diciamo, anzi, della Chiesa - a questa verità e alle norme morali conseguenti, quelle, voglio dire, insegnate dall’Humanae vitae e dalla Familiaris consortio, deve essere spesso pagata ad un prezzo alto. Si è spesso derisi, accusati di incomprensione e di durezza, e di altro ancora. È la sorte di ogni testimone della verità, come ben sappiamo. Ascoltiamo ancora una pagina di sant’Agostino; 'Ma perché la verità genera odio?', si chiede il santo dottore. 'In realtà' egli risponde 'l’amore della verità è tale, che quanti amano un oggetto diverso pretendono che l’oggetto del loro amore sia la verità; e poiché detestano di essere ingannati, detestano di essere convinti che s’ingannano. Perciò odiano la verità; per amore di ciò che credono verità. L’amano quando splende, l’odiano quando riprende' (S. Augustini, Confessiones, 10, 23, 33: CSEL, 23,34: CSEL 33/1, 253). 
Con semplice e umile fermezza, siate fedeli al magistero della Chiesa su un punto di così decisiva importanza per i destini dell’uomo. Cristo ci ha
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redenti! 
Ciò significa: egli ci ha donato la possibilità di realizzare l’intera verità del nostro essere; egli ha liberato la nostra libertà dal dominio della concupiscenza. E se l’uomo redento ancora pecca, ciò non è dovuto all’imperfezione dell’atto redentore di Cristo, ma alla volontà dell’uomo di sottrarsi alla grazia che sgorga da quell’atto. Il comandamento di Dio è certo proporzionato alle capacità dell’uomo: ma alle capacità dell’uomo a cui è donato lo Spirito Santo, dell’uomo che, se cadut
o nel peccato, può sempre ottenere il perdono e godere della presenza dello Spirito".
Tratto da: San Giovanni Paolo II, Discorso ai sacerdoti 1° marzo 1984
Per approfondire: 
Card. Giuseppe Siri, Esame di coscienza pratico (Una pratica guida spirituale per affrontare le sfide del presente).
Giovanni Mussini, Legge naturale e impedimenti matrimoniali (Il matrimonio sacramentale alla prova della realtà contingente).
Robert Skrzypczak e Arturo Mari, Toccare la santità (il cammino umano e spirituale di Giovanni Paolo II con le parole dei testimoni diretti).

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