Convegno esorcisti

di Mons. Gino Oliosi
Ho partecipato, dal 20 al 25 nella casa Fraterna Domus Sacrofano (Roma), al Convegno Associazione Internazionale Esorcisti, il primo dopo il riconoscimento di Associazione  privata con personalità giuridica. E’ stato un Convegno ecclesiale di esorcisti insieme agli ausiliari veramente riuscito nella preghiera e nelle relazioni, nelle testimonianze. Veramente provvidenziale di quella di mons. Giovanni d’Ercole sulla spiritualità dell’esorcista. Magistrale poi l’omelia del Card. Mauro Piacenza a cui mi rifaccio insieme agli scritti di Padre Francesco Baamonte e del libro di Sante Babolin L’esorcista ( pp.53-74).
Il Card. Piacenza ha ringraziato la divina provvidenza di poter convenire e concelebrare con i quasi trecento esercisti, raccogliersi ecclesialmente insieme agli ausiliari
attorno all’altare del Signore per entrare, insieme quindi realizzando la preghiera del cuore, “nel mistero della perenne orazione efficace di Cristo, per entrare nel Sacrificio che Egli fa di se stesso al Padre, perpetuato sacramentalmente, cioè realmente, qui sulla terra; nella Celebrazione Eucaristica possiamo, sempre e di nuovo, compiere la nostra missione sacerdotale: tenere il mondo aperto alla venuta di Cristo, alla luce della verità, che penetra nel cuore degli uomini, dissipa le tenebre del peccato,
all’altare del Signore per entrare, insieme quindi realizzando la preghiera del cuore, “nel mistero della perenne orazione efficace di Cristo, per entrare nel Sacrificio che Egli fa di se stesso al Padre, perpetuato sacramentalmente, cioè realmente, qui sulla terra; nella Celebrazione Eucaristica possiamo, sempre e di nuovo, compiere la nostra missione sacerdotale: tenere il mondo aperto alla venuta di Cristo, alla luce della verità, che penetra nel cuore degli uomini, dissipa le tenebre del peccato,
all’altare del Signore per entrare, insieme quindi realizzando la preghiera del cuore, “nel mistero della perenne orazione efficace di Cristo, per entrare nel Sacrificio che Egli fa di se stesso al Padre, perpetuato sacramentalmente, cioè realmente, qui sulla terra; nella Celebrazione Eucaristica possiamo, sempre e di nuovo, compiere la nostra missione sacerdotale: tenere il mondo aperto alla venuta di Cristo, alla luce della verità, che penetra nel cuore degli uomini, dissipa le tenebre del peccato, smaschera e vince le perversioni del demonio”. E le Concelebrazioni sono state veramente il culmine e la fonte del convegno degli Esorcisti e degli Ausiliari.
Quanto fa bene memorizzare le parole evangeliche del nostro redentore, parole che Egli pronuncia vedendo dispiegata dinnanzi a sé “l’intera storia della Chiesa, che sarebbe nata, di lì a poco, da Suo Costato trafitto”. Dal petto trafitto di Gesù una forza divina, capace di liberare, trasformare e rinnovare tutto, fluisce nella vita di coloro che accolgono la redenzione offerta sacramentalmente, cioè realmente nella sua attualità, dal sacrificio di Gesù. E’ il suo sangue che crea la possibilità di una vita immersa e rigenerata nella presenza, nel darsi continuo storicamente, ecclesialmente di Dio che possiede un volto umano per tutti e per tutto. E qui avviene quella radicale estraneità del cristiano dal Principe di questo mondo oggi molto secolarizzato, estraneità e quindi libertà che nasce dall’incontro con Lui nel noi sacramentale della Chiesa, Lui che ci ha amati sino alla morte e risurrezione e che si fa presente per tutti e per ciascuno in particolare: “Voi un tempo i lontani, siete diventati vicini a Dio, grazie al sangue di Cristo (…) e, per mezzo di lui, potete presentarvi, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito” (Ef 2,13.19-19).
Quindi, il ministero ecclesiale dell’esorcismo, quando prudentemente integrato nella globalità pastorale, come hanno testimoniato i parroci esorcisti con le loro relazioni al Convegno, e quindi nella totalità del ministero sacerdotale, ha la capacità di mostrare con speciale chiarezza come la storia umana non costituisca, mai ed in alcun caso anche a livello pubblico, una realtà “neutra”, ma sia piuttosto sempre attraversata da una certa “divisione”: il demoniaco nell’Apocalisse viene chiamato Diavolo, colui che divide, Satana, colui che spinge all’odio, Serpente antico, colui che oscura la coscienza come oggi la tecno-musica che sostituisce perfino le relazioni nei giovani, Dragone che punta a dissolvere la grammatica della creazione tra uomo donna con una sessualità senza amore oggi culturalmente tendenzialmente egemone, come agli inizi dell’evangelizzazione presso i Romani. A monte di ogni divisione, che è opera del Diavolo, divisione che mortifica e degrada l’umana natura, è soprattutto quella divisione che separa nella cultura secolarizzata l’uomo da Dio, l’essere dono unico e irripetibile di ogni essere umano cioè di ogni persona dal Donatore divino. Con Gesù di Nazareth, morto, risorto che si fa sacramentalmente, cioè realmente presente nella storia, nell’oggi,, si compie la promessa della vittoria sul serpente, fatta da Dio ai nostri progenitori, anzi a Eva in particolare. “Si direbbe – osserva Sante Babolin in L’Esorcismo p. 70 –  che Eva ottiene la rivincita sul serpente attraverso Maria, nuova Eva, nel cui grembo si compie il mistero dell’incarnazione” e donna eucaristica – come l’ha chiamata Giovanni Paolo II – il mistero della Chiesa. Il cristianesimo non è una nuova filosofia (pensiero) o una nuova azione (morale) anche se invita l’intelligenza a comprendere ciò che la fede propone e sollecita la volontà alla assimilazione a Lui con la certezza che Lui porta a compimento. I cristiani sono coloro che hanno e incontrano Gesù Cristo, crocifisso – risorto e quindi si fa presente nella materialità dei sacramenti e dei sacramentali della Chiesa, come la preghiera esorcistica, attraverso i quali l’incarnazione del Dio con noi continua; e Cristo, come risorto fuori dello spazio e del tempo fin dall’ascensione si fa continuamente, sacramentalmente, realmente presente nello spazio e nel tempo, parlandoci attraverso la testimonianza biblica, quando glielo permettiamo con la preghiera soprattutto liturgica, eucaristica, e agisce nei sacramenti e sacramentali. Con la Celebrazione Eucaristica teniamo il mondo aperto a quello che è avvenuto una volta per sempre sul Calvario dove l’incarnazione del Verbo di Dio è giunta a compimento assorbendo la natura umana storica, inquinata, fino alla morte nell’orizzonte dell’altezza, della lunghezza, della profondità dell’amore di Dio nel Crocifisso. Realizza così la piena solidarietà con la nostra condizione di peccato, caricandosi dei nostri peccati e della nostra morte. Con la risurrezione, ascensione risalirà e l’apparente vittoria del Maligno nella storia si convertirà in una  continua sconfitta: “Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (…). Il Signore gli darà in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso, fino alla morte, ed è stato annoverato fra gli empi, mentre portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli” (Is 53, 5.12). Possiamo capire la potente intuizione di Paolo, che vede in Gesù crocifisso, l’icona di ogni ministero esorcistico, il nostro peccato, l’azione ordinaria (non abbandonarci alla tentazione) del Maligno e straordinaria (liberaci dal Male, dal Maligno): “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2 Cor 5,21). Attraverso il Dio che possiede un volto umano, rivelandoci sia chi è Dio Padre che vuole tutti salvi, sia chi è ogni uomo che ama fino al perdono, il Padre non guarda quanto volte cadiamo, ma quante volte, con il suo perdono, ci rialziamo per farci sempre più suoi figli, amici (Quanto è importante per la liberazione, per la guarigione, per la consolazione il sacramento della penitenza mensile), ci ama non solo quando o perché siamo buoni, ma per faci diventare addirittura suoi amici per cui mai il male che va riconosciuto tentando e ritentando di evitarlo  definisce,  per quanto grave,  chi lo fa e fino al termine del momento storico di vita c’è la possibilità di lasciarci ricreare con il perdono sacramentale cioè reale. Dio, come si è rivelato nel Dio che possiede un volto umano in Gesù, rivelandoci chi è ogni uomo del suo amore, nella creazione e nella redenzione si è autolimitato nella sua onnipotenza creando esseri intelligenti angelici e umani, dotati di volontà e quindi liberi cioè capaci di essere amati e di amare e quindi a sua immagine e somiglianza, onnipotenza che rivela soprattutto  nel perdono, nella misericordia. Amando in modo divino con il dono dello Spirito del Risorto possiamo vincere tutte le perversioni del demonio.
“Quanti di voi –  hanno ricevuto dal Signore il mandato di scacciare il maligno nel ministero dell’esorcismo, hanno ricevuto per ciò stesso la chiamata a partecipare ad una speciale dimensione dell’opera della salvezza: la lotta contro satana, e insieme siete stati chiamati ad una più profonda e totalizzante unione con Cristo Signore e ad una maggiore intimità con la Vergine Maria”.  In una formula imperativa, proposta dal Rituale Romanum del 1952, si legge: “Non osare più, astuto serpente, di ingannare il genere umano, di perseguitare la chiesa di Dio, di scuotere e setacciare come il grano gli eletti di Dio (…). Te lo ordina l’eccelsa Madre di Dio, la Vergine Maria, che, dal primo istante della sua immacolata concezione, con la sua umiltà, ha schiacciato il tuo capo superbo”. Padre Francesco Baamonte nelle sue pubblicazioni afferma: In genere durante gli esorcismi, i demoni, urlando si rivolgono alla Madonna con odio indicibile e senza osare chiamarla per nome, se non rarissime volte, inveiscono contro di Lei verbalmente con tono sprezzante, dicendo: “quella”, aggiungendo bestemmie e un cumulo di volgarità e d’ingiurie contro la sua persona. Ma la santità e lo splendore di Maria la pongono così in alto tra tutte le creature umane e angeliche che accade talvolta che i demoni sono costretti a elogiarla per la grandezza, la potenza e il fulgore divino che splende in Lei. Questi momenti sono straordinariamente commoventi, perché i demoni, trovandosi accecati da così tanto splendore che per essi è dolorosissimo, sono obbligati a testimoniare la dignità straordinaria della Madre di Dio tra tutte le creature umane e angeliche, ad affermare tutta la verità su di Lei e ad ammettere la loro completa impotenza di fronte ai voleri di Colei che Dio, onnipotente per natura, avendola proclamata Regina dell’universo, ha reso “onnipotente per grazia”.
Naturalmente questo non aggiunge nulla a quello che già sappiamo e crediamo; tuttavia per noi esorcisti è estremamente consolante ed edificante constatare in maniera così evidente la validità e la forza delle verità della nostra fede. Inoltre tali esempi confermano ulteriormente la capacità della provvidenziale Sapienza divina di volgere continuamente al bene il male. E così, anche e soprattutto a proposito della Vergine Maria, della sua santità e dei dogmi che la riguardano, i demoni ci forniscono involontarie conferme. Tuttavia questo non significa affatto che possiamo  e dobbiamo attingere la nostra istruzione religiosa anche dal demonio. Sarebbe errato pensare ciò. Se, per costrizione divina, le verità della nostra fede possono talvolta essere affermate anche dai demoni, ciò non significa che dobbiamo andare a impararle da loro: la verità va cercata solo in Cristo.
E’ significativo che il riconoscimento pontificio porti la data del 13 giugno, memoria della seconda apparizione di Fatima e che l’Associazione abbia concluso l’incontro consacrandosi al Cuore Immacolato di Maria.
Alla Radio Vaticana del 27 ottobre lo psichiatra Walter Cascioli, portavoce dell’Associazione, ha detto: “Le pratiche dell’occultismo, del satanismo e dell’esoterismo aprono un po’ la strada all’attività demoniaca straordinaria”. E’ quanto ha avvertito il portavoce dell’Associazione, dopo il messaggio inviato da Papa Francesco all’AIE, in occasione proprio del primo Convegno svolto a Roma in seguito al riconoscimento di Associazione privata con personalità giuridica nello scorso 13 giugno ad opera della Congregazione del Clero.
“Il numero delle persone che si rivolgono a queste pratiche, con gravi danni sociali, psicologici, spirituali e morali, è in costante aumento – rivela Cascioli a Radio Vaticana – e questo ci preoccupa perché di rimando, abbiamo anche un aumento dell’attività demoniaca straordinaria, in modo particolare vessazioni, ossessioni e soprattutto possessioni diaboliche”.
Per lo psichiatra, “a volte sono sottovalutati i rischi che vengono da queste pratiche. La stessa attività demoniaca ordinaria, ovvero la tentazione, non viene presa molto in considerazione da chi ha una fede tiepida, infatti, noi esortiamo a una maggiore vigilanza. Del resto, viviamo in un momento storico particolarmente critico dove la fretta, la superficialità, l’individualismo, la secolarizzazione sembrano quasi dominare la nostra società”. “Quella divisione – aveva osservato il card. Piacenza – nella quale il demonio “omicida fin dal principio (…) menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44) è irrimediabilmente entrato, idolatrando se stesso e affermandosi disperatamente contro l’Assoluto di Dio e della Sua Santissima Volontà. E’ quella divisione che è entrata nel mondo per mezzo del peccato e che sottrae l’uomo al potere unificante della verità, separandolo cioè da quella che è la verità fondamentale del proprio essere (dono), la relazione continua con Dio Creatore e Redentore. L’uomo è così schiavo di quelle stesse piccole realtà che, nella comunione con Dio, è chiamato a governare e ad orientare al servizio del Regno dei Cieli. E’ quella divisione che emerge agli occhi di tutti, particolarmente nel nostro Occidente secolarizzato, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, che trova non poca tolleranza, o peggio giustificazione talvolta addirittura all’interno della stessa compagine ecclesiale, e che – diciamolo apertamente”.
Afferma il portavoce: “La lotta contro il Male, il Maligno sta diventando sempre più un’emergenza. Questo – spiega a Radio Vaticana –è chiaramente dovuto, oltre che all’azione diretta del nemico di Dio, all’affievolirsi della fede, alla anomia cioè alla mancanza di valori e al relativismo culturale ormai dilagante. Per altri versi, assistiamo al continuo proliferare di messaggi mediatici, libri, programmi televisivi, prodotti cinematografici che in qualche modo, sulla scia del sensazionalismo e dello spettacolare, incentivano soprattutto le nuove generazioni a occuparsi dell’occultismo, del satanismo e talvolta praticarlo”.
Quanto all’azione diretta del diavolo, secondo Cascioli, “Dall’esperienza sul campo degli esorcisti, oggi la sua astuzia è quella di farci credere che lui non esiste. E’, sicuramente, un certo laicismo diffuso nella nostra società non ci aiuta. Il punto è sempre lo stesso: l’affievolirsi della fede”. Rimanendo Dio escluso dalla cultura e dalla vita pubblica la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenire superfluo ed estraneo. Per il portavoce dell’AIE, “colpisce molto l’incidenza che hanno questi fenomeni dell’attività demoniaca straordinaria soprattutto sulle giovani generazioni e anche sulle famiglie. Sappiamo che colui che divide, il Diavolo, non soltanto ci separa da Dio ma separa le persone, le famiglie; separa inoltre anche dalla realtà, perché a volte abbiamo delle situazioni di alienazione anche mentale, che sono secondarie all’attività demoniaca straordinaria”.
“Se il mondo vi odia – ha rilevato il card. Piacenza – sappiate che prima di voi ha odiato me” (Gv 15, 18) – si traduce in quella “estraneità” dal peccato che accompagna e cresce insieme all’intimità con Cristo, l’accoglienza della sua Persona e della sua salvezza, la conseguente sempre maggiore espropriazione di sé, per appartenere a Lui soltanto e in Lui tutto trovare. Tale divisione, che l’uomo redento sperimenta anzitutto nei confronti del peccato è tanto dirompente, da investire persino la rete dei rapporti familiari, come la storia della Chiesa, remota e recente, sempre ci testimonia: “Venne fra la sua gente, ma i Suoi non l’hanno accolto” (Gv 1,11).
Tale santa “divisione”. Che rifulge nell’agonia del Getzemani e sul volto martoriato ed insieme pacifico del Crocefisso, lungi dall’essere il segno di un qualche “Fallimento pastorale” – quasi che l’annuncio del Vangelo obbedisca alla logica degli “indici di gradimento mediatici” – costituisce  un segnale luminoso, in questo mondo, della radicale appartenenza a Cristo, la sola che possa dare all’uomo “un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva” (Deus caritas est, n.1): “A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).
Quanto più entreremo  nel mistero di questa santa segregazione nel Cuore di Cristo tanto più il nostro ministero diverrà fruttuoso. Quanto più, infatti, ci lasceremo rinnovare dal Signore nell’intensa vita di preghiera, appresa quotidianamente alla scuola di Maria Santissima, nella quotidiana celebrazione e adorazione eucaristica, nella frequente ricerca della confessione sacramentale, nell’umile obbedienza alla Madre Chiesa, nella dedizione incondizionata alla missione sacerdotale, in tutte le sue esigenze, nell’esperienza della più autentica fraternità sacerdotale e carità pastorale, tanto più si approfondirà spiritualmente quell’immedesimazione con Cristo, conferita dal sacramento dell’Ordine, e splenderà di più, anche attraverso di noi esorcisti, il mistero della sua Presenza e l’efficacia della sua vittoria”.
In questo orizzonte globale del ministero l’esorcismo è un grande dono attraverso la Chiesa per tutti e per tutto e anche per la crescita di fede dell’esorcista stesso.

Libri di Mons. Gino Oliosi

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