La preghiera di don Camillo


di Lorenzo Bertocchi
Signore, mi perdoni, ho peccato. Ho peccato perché la morte del Cardinal Martini mi fa star male. Non solo per la sofferenza che si prova di fronte alla malattia e alla morte di un fratello, ma anche, e soprattutto, perché mi prudono le mani di fronte al coro di encomi interessati ad un pastore considerato “diverso”.
Signore, anche Lei era “diverso”, ma anziché applaudirla la misero in Croce, chissà perché. Anche Lei, Signore, metteva in discussione “200 anni di storia” religiosa, ma non per cercar di adattare la dottrina alla contemporaneità, semmai per
adattare la contemporaneità alla dottrina. 
Mi perdoni Signore, io sono solo un povero prete di campagna e non sono troppo bravo con le parole, ma quando devo parlare ai contadini la “cattedra dei non credenti” mi è utile fino a un certo punto, meglio, molto meglio i dieci comandamenti e il catechismo tutto intero.  Il dubbio eretto a dogma i contadini non lo capiscono, sono abituati a credere, se seminano è perchè confidano che il seme germoglierà. A qualche intellettuale consiglierei un po' di zappa, così farebbe un bel tuffo nella realtà.
“In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit. Absolve Domine animas omnium fidelium defunctorum ab omno vinculo delictorum et gratia tua illis succurente mereantur evadere iudicium ultionis, et lucis aeternae beatitudine perfrui.”  Amen.

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