La leggenda di san Lorenzo


di Danilo Quinto
La leggenda, raccolta da Sant’Ambrogio,  vuole che sia stato martirizzato su una graticola. Più probabilmente, decapitato, durante le persecuzioni dei cristiani decise dall’imperatore Valeriano, nel 258.

Lorenzo, in base alle fonti antiche, era arcidiacono (primo dei sette diaconi) di Papa Sisto II. Tra i suoi compiti, quello di amministrare le offerte fatte alla Chiesa. Di lui, si sa poco d’altro. Si sa, però, perché morì. L’imperatore era convinto
che la Chiesa possedesse immense ricchezze. Quando il prefetto imperiale gli intima di consegnare i “tesori”, Lorenzo prende tempo. Gli serve per distribuire ai poveri le offerte che amministra. Si presenta davanti al prefetto, insieme ai malati e ai poveri e dice: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". Viene quindi messo a morte.

Benedetto XVI ha ricordato più volte la figura di questo grande martire: "Questi santi sono testimoni di quella carità che ama ‘sino alla fine’, e non tiene conto del male ricevuto, ma lo combatte con il bene (cfr 1 Cor 13,4-8). Da essi si può apprendere, specialmente i sacerdoti, l’eroismo evangelico che ci spinge, senza nulla temere, a dare la vita per la salvezza delle anime. L’amore vince la morte!"(Angelus Castel Gandolfo, 9 agosto 2009).

In questa notte piena di stelle, un pensiero vada a San Lorenzo, che ci insegni a comprendere e a praticare la “carità che ama sino alla fine”.

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