Continuare con l’euro? Solo debiti per i prossimi vent’anni


di Danilo Quinto
Se Roberto Maroni darà seguito a quanto annunciato (la raccolta firme su una proposta di legge popolare per tenere il referendum sull'Europa e sull'Euro), non ci sarà che da firmare subito!
Non se ne può più di tutti questi banchieri, economisti, maitre a penser, speculatori finanziari che si spacciano per filantropi, consulenti, tecnocrati e burocrati membri di consorterie, tutti affaccendati – insieme alle più grandi testate dell’informazione
– a spiegare che la scelta dell’euro è irreversibile, che bisogna restare in Europa, altrimenti tutto crolla. 
Tutto è già crollato, signori! La realtà, per voi, non supera la fantasia. Non la vedete neanche. Non vi interessa. Siete troppo occupati nei giochi finanziari, nella difesa di una moneta che, in termini economici, ha fatto più danni della seconda guerra mondiale. Il disegno era quello di costruire l’Europa partendo dall’economia, dalla moneta comune. I risultati si sono visti. Non avete neanche il coraggio e l’onestà intellettuale di rivedere le vostre posizioni. Nulla c’è di irreversibile nella vita. Solo la morte è irreversibile. Figuriamoci se dobbiamo tutti impiccarci ad una moneta unica, che non prelude a nulla di buono, perché l’Europa politica non c’è e non è mai esistita. E’ come l’unità d’Italia, che esiste solo nelle celebrazioni dei 50 anni, nei desiderata di qualcuno e nelle “lezioni” televisive che propina Giuliano Amato.
 Per salvare l’euro, dobbiamo continuare ad indebitarci, a pagare tasse e interessi sul debito per i prossimi vent’anni? Ma ragionate. Astraetevi per un attimo – solo per un attimo – dalle vostre posizioni di potere e di privilegio. Guardate la realtà. Interpretate i bisogni delle persone, se ne siete capaci. Dove sta scritto che si debba rimanere appesi alle decisioni della BCE e del FMI? Chi l’ha detto? Chi l’ha deciso? I popoli europei? Gli Stati sovrani? I trattati? Qualunque sia la risposta, si deve tornare indietro, riconoscere di aver sbagliato ad accettare una situazione che consegna ad autorità private (questa è la BCE, un’autorità privata) la sorte di interi popoli. Agli errori si pone riparo. Come? Uscendo dall’euro e costruendo un’Europa che tracci un suo destino, estraneo ai diktat dei banchieri, che sia politica – se ve ne fossero le condizioni - che riscopra la sua identità, le sue radici cristiane, cancellate perfino dalla Costituzione che quest’Europa dei tecnocrati si è data.

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