Impegno ecumenico

Dirò solo, senza tema di smentite e con la consapevolezza di render un servizio alla fede di tutti, che l’impegno ecumenico della Chiesa cattolica è legittimo solo nella misura in cui salvaguarda la specificità della sua fede e della sua morale. Deve perciò proclamare e difendere l’unità/unicità della Chiesa; l’identità della Chiesa di Cristo e della Chiesa cattolica; il possesso da parte di essa di tutta la rivelazione cristiana; la confluenza nella Chiesa cattolica delle Chiese particolari, come Chiese sorelle, solo se collegate con essa dalla piena comunione di fede, di sacramenti e di ministero; l’esistenza del sacerdozio ministeriale, tripartito nell’episcopato, nel presbiterato e nel diaconato; la possibilità della salvezza per grazia, cioè per la redenzione di Cristo mediata e resa ad ognuno accessibile, in via ordinaria, dalla sua Chiesa; il primato, non soltanto d’onore ma anche di giurisdizione e di magistero, del Romano pontefice sulla Chiesa universale; la presenza reale del Signore Gesù, Corpo Sangue Anima e Divinità, nelle specie eucaristiche, tanto nella celebrazione del memoriale della sua morte e risurrezione gloriosa, quanto nella riserva eucaristica sugli altari; il sacramento eucaristico come presenza sacramentale di Cristo, sacrificio e comunione; i sette sacramenti come mezzi sensibili ed efficaci della grazia; la morale evangelica, il primato di Dio, la speranza della vita eterna.
(Brunero Gherardini, Ecumene tradita, pp. 30-31 citato su Il Timone n. 88)

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